«L’oronimo Maiella è il più antico dal punto di vista documentale e il più corretto dal punto di vista linguistico, geografico, storico e legale. La prima traccia di questo vocabolo la troviamo in un documento d’archivio risalente al 1268». A parlare è
Fabio Valerio Maiorano, vicerettore dell’Università Sulmonese della Libera Età.
Lo abbiamo interpellato dopo la delibera del Consiglio direttivo del
Parco nazionale della Maiella, la numero 20 del 29 ottobre 2020 (divenuta operativa i giorni scorsi), che ha accolto le motivazioni a sostegno dell’istanza sottoscritta da diciotto studiosi e presidenti di associazioni. Istanza che, appunto, chiedeva il
ritorno alla denominazione “Maiella”, abbandonando il più recente “Majella”.
«In documenti più recenti abbiamo scoperto che la montagna veniva chiamata anche “Magella”. È da questo termine che sarebbero derivate le parole “Mayella” prima e “Majella” poi».
La lettera “j” non più in uso nella lingua italiana
Approfondendo i motivi che hanno portato all’istanza citata poco sopra, il professor Maiorano ricorda innanzitutto che nella lingua italiana la “j” è stata abbandonata più di due secoli fa.
«Nella letteratura colta di Ignazio Silone, Giuseppe Capograssi, Gabriele D’annunzio e Benedetto Croce si può già notare che il termine “Maiella” viene sempre scritto con la “i”. Poi abbiamo le dichiarazioni del linguista Francesco Sabatini e del glottologo Domenico Silvestri. Sabatini, abruzzese di Pescocostanzo, è presidente emerito dell’Accademia della Crusca, mentre Silvestri è stato rettore dell’Università Orientale di Napoli. Entrambi accreditano l’uso della “i”, in quanto la “j” non è più in uso nella lingua italiana. Del resto, è una lettera che non compare più nel nostro alfabeto».
Eremo/stazzo Fratanalle (950 m), valle torrente Avello (Pennapiedimonte)
Il “Mons Maiella” delle vecchie mappe
Il vicerettore, accennando alle motivazioni di carattere geografico, spiega come
«nelle vecchie mappe, risalenti anche al XVI secolo, viene sempre citato il Mons Maiella. Successivamente il termine viene confermato dalle carte dell’Istituto Geografico Militare, che è l’ente cartografico ufficiale dello Stato, della Società Geografica Italiana e del Touring Club. Il nome della montagna è sempre scritto con la “i”».
Infine, dal punto di vista legale,
«in tutti gli atti precedenti all’istituzione del Parco nazionale (avvenuta nel 1991, n.d.r.), nell’atto istitutivo del Parco stesso e in quelli successivi, a partire dallo statuto, compare sempre l’oronimo con la “i”».
I motivi della diffusione di “Majella”
La curiosità ricade sul
perché della diffusione di “Majella”. Maiorano spiega:
«L’oronimo con la “j” inizia a comparire nel 1998 circa, lo troviamo nel materiale promozionale del Parco. Probabilmente il suo utilizzo è stato motivato da ragioni di marketing, ma anche per seguire la tradizione dialettale della zona».
Blockhaus (2.145 m), Parco Nazionale della Maiella © Luciano Pellegrini
Una modifica arbitraria
Il professore è soddisfatto dell’esito positivo dell’istanza, che
«abbiamo inoltrato anche al ministero dell’Ambiente. Quest’ultimo l’ha subito recepita, cambiando il nome sul proprio sito. Dal canto suo, il Consiglio direttivo del Parco nazionale l’ha accolta con voto unanime. Nella delibera viene precisato, come segnalato nell’istanza, che non esiste nessun atto deliberativo dell’area protetta che abbia cambiato il nome originario. Si è trattato dunque di una modifica arbitraria. Tutto il materiale del Parco nei prossimi mesi sarà corretto. Nel logo presente sul sito ufficiale l’oronimo è già tornato alle origini».
Monte Amaro (2793 m) da Piano Amaro © Luciano Pellegrini
La confusione internazionale creata dalla “j”
Maiorano conclude con una riflessione, dovuta alla
visibilità internazionale che potrebbe avere nel prossimo futuro un’area protetta candidata a entrare nella rete mondiale dei geoparchi
Unesco.
«La “j” può creare confusione per una corretta comunicazione e promozione del Parco nazionale. Questa consonante è stata espulsa dall’italiano, ma, come tutti sanno, è presente in altre lingue, a partire dall’inglese, dal francese e dallo spagnolo. Chi parla questi idiomi pronuncerebbe Majella con il suono che questa lettera ha nella propria lingua, dunque in maniera errata. Se pensiamo al fatto che nel mondo circa quattro miliardi di persone hanno come idioma madre uno dei tre che ho citato, capiamo bene che usare “Majella” sarebbe quasi suicida. Questa confusione non avviene invece se utilizziamo “Maiella”. Non a caso, le organizzazioni che promuovono il Parco all’estero hanno apprezzato il ritorno alle origini. La lettera “i” è uguale per tutti».