Luigi Degli Occhi, 14 anni e l’autismo: sul Kilimangiaro, oltre ogni barriera

Luigi Degli Occhi ha 14 anni e sta per partire alla volta del Kilimangiaro. Obiettivo? Affetto da Disturbo dello Spettro Autistico, vuole dimostrare che nessun limite è insuperabile.
Massimo Magnocavallo e Luigi Dagli Occhi © Facebook Massimo Magnocavallo

Ha quattordici anni e ha in programma di scalare il Kilimangiaro, già solo per questo merita un plauso Luigi Degli Occhi, di Milano. Il giovane è infatti pronto a partire per la Tanzania il prossimo 12 gennaio, con lui il fotografo Alberto Locatelli e Massimo Magnocavallo, Presidente dell’Associazione ISupersportivi, che promuove lo sport come strumento abilitativo per ragazzi con disturbi motori e cognitivi. Sì, perché Luigi non è solo un quattordicenne appassionato di montagna, ma un ragazzo affetto dal Disturbo dello Spettro Autistico. Per lui, spesso, anche le interazioni quotidiane possono rappresentare una sfida. La sua storia, però, è un esempio di come lo sport possa trasformarsi in un potente veicolo di inclusione e crescita personale

La sua passione per la montagna è nata quasi per caso, grazie all’incontro con Massimo Magnocavallo. Partendo da semplici passeggiate sulle vette lecchesi, Luigi ha scoperto un ambiente che, anziché intimorirlo, lo ha accolto e aiutato a trovare serenità. In montagna, la fatica è diventata un’amica, il silenzio una culla capace di calmare le sue angosce, e i compagni di scalata sono stati un ponte verso nuove connessioni sociali.

 

Il Progetto Kibo

Parte del Progetto Kibo, iniziativa nata per dimostrare che con il giusto supporto non esistono barriere insuperabili, la scalata del Kilimangiaro non è solo una sfida fisica. Organizzata dalla Focus Himalaya Travel, con oltre trent’anni di esperienza nel campo dei viaggi avventura, questo progetto nasce per dimostrare che nessun limite è insuperabile quando si riceve il giusto supporto.

Dopo mesi di allenamenti intensi, che hanno incluso nuoto, canoa e ascensioni tra le cime dell’arco alpino come il Cevedale (3769 m), la Punta Giordani (4068 metri) e il Petit Flambeau (3700 metri), Luigi si è preparato mentalmente e fisicamente. L’aspetto cruciale della preparazione è stato costruire un rapporto di fiducia con i suoi accompagnatori, lavorando sulla gestione emotiva e sul miglioramento della condizione psico-fisica.

L’obiettivo non è solo raggiungere i 5895 metri della vetta del Kilimangiaro, ma dimostrare che, con determinazione e supporto, si possono superare barriere apparentemente insormontabili. La scalata rappresenta un percorso di crescita che aiuterà Luigi a sentirsi sempre più integrato nella società e ad affrontare le sfide future con maggiore fiducia in sé stesso.