A cura di Corrado Martinelli
Lodovico è un alpinista, giornalista e scrittore, esperto ed emerito accompagnatore del CAI afflitto da una vasta serie di patologie (trauma spinale in seguito ad una caduta in montagna, fibrillazione atriale parossistica, un infarto avuto due anni fa e il Parkinson), che ha scelto di sfruttare l'attività sportiva come risorsa essenziale finalizzata a contrastare il più possibile queste malattie, congiuntamente alle cure sanitarie.
Partendo dall'idea fondamentale che camminare insieme fa bene, Lodovico (grazie anche al prezioso sostegno della moglie Roberta Maffiodo e dei figli Walter e Stella), è riuscito a mettere gradualmente in atto una vera e propria rinascita. Nonostante la sintomatologia fortemente invalidante, non ha esitato a sfruttare la voglia e la forza di rimettersi gradualmente in gioco: dapprima, ritornando a camminare in montagna (agevolato dal suo ampio curriculum di sentierista); successivamente, ripercorrendo le vie ferrate esposte, fino ad affrontare una vera e propria scalata (che non prevede il supporto del cavo come nelle vie ferrate).
Ma non è tutto: l'obiettivo viene pienamente centrato con la rimessa degli sci ai piedi, con il pieno recupero della disinvoltura e naturalezza che lo caratterizzava negli anni passati, anche in questo caso in maniera progressiva. Dopo aver infatti affrontato due settimane fa le piste baby al Campo Smith di Bardonecchia, Lodovico è riuscito a cimentarsi con grande successo anche lungo tre percorsi di maggiore difficoltà a Sauze d'Oulx, rivivendo la propria esperienza personale con immensa gioia e soddisfazione, ritrovando se stesso con le sue abilità psicofisiche, severamente limitate dalle precarie condizioni di salute sopra descritte. Oltre alla sorprendente determinazione personale di Lodovico, un'altra risorsa è rappresentata dalla preziosa collaborazione con l'Associazione Freewhite Ski Team di Sestriere, alla quale Marchisio ha aderito. Essa promuove, organizza e valorizza l'esperienza dello sport e, nello specifico, la disciplina dello sci, come momento aggregativo e di integrazione sociale, opera dal 2006 al servizio delle persone con disabilità, fornendo a loro e alle rispettive famiglie un valido supporto psicologico, nonché considerevoli agevolazioni economiche finalizzate ad abbattere ogni genere di barriera (con la disponibilità gratuita di istruttori di sci per le persone con depressione o sindromi con forti compromissioni fisiche e motorie).
Pertanto, unendo queste opportunità con l'energica forza di volontà di Lodovico, quest'ultimo è riuscito a compiere senza timore la sua “scalata” verso imprese sempre più impegnative. Analogamente, non si può non citare l'esperienza del maestro di sci Andrea a cui gli venne diagnosticato il Parkinson all'età assai prematura di soli 29 anni. In seguito ad un accanimento terapeutico e con l'inarrestabile deterioramento delle proprie condizioni motorie e psicofisiche, l'inserimento di un peacemaker collegato con un elettrodo nel cervello è stato il segnale della svolta che gli ha cambiato la vita. Successivamente a questo intervento, Andrea è riuscito a riprendere pienamente in Val Sangone la sua professione di maestro di sci e a svolgere senza alcun problema qualsiasi attività quotidiana. Lo stesso Andrea racconta: salgo in alta montagna, vado a funghi e faccio lunghe passeggiate.
In certi momenti tra una pastiglia e l'altra (ne prendo quattro) sento affaticamento, ma i sintomi della malattia sono sotto controllo. La stimolazione cerebrale profonda non può curare totalmente la malattia, ma ne contrasta la sintomatologia invalidante, e si usa anche per altre severe patologie quali le distonie, l'epilessia o il disturbo ossessivo-compulsivo. Allo stesso modo Marchisio, con la sua determinazione, senza l'intervento del peacemaker e, in compenso, con il preziosissimo sostegno intorno a lui (la famiglia e, in senso lato, le associazioni e i servizi territoriali di promozione della salute, aggregazione e integrazione sociale), è riuscito in questo modo a raggiungere la “vetta”.