Lo cercano per tutto il giorno sulle Dolomiti di Brenta, ma è un falso allarme

Dalla Germania la moglie aveva dato l'allarme perché non riusciva a contattarlo. L'uomo ha riacceso il telefono solo in serata: era sul sentiero, incolume.
Passati al setaccio sentieri, vie ferrate e strade sterrate © Soccorso alpino Trentino

Sessanta operatori del Soccorso alpino coinvolti, oltre cento chilometri di sentieri battuti. Sono i numeri della vasta operazione di ricerca messa in piedi martedì (15 ottobre 2024) nella zona delle Dolomiti di Brenta (Trento), per un escursionista tedesco che risultava disperso. Ma era un falso allarme.

La moglie, dalla Germania, si era rivolta al numero unico per le emergenze 112 poco dopo le 8.30, spiegando di non riuscire a mettersi in contatto col marito. Contattato l'albergo di Molveno dove l'uomo era ospite, il titolare ha riferito che era partito la mattina precedente, dicendo che sarebbe andato al rifugio Tosa Pedrotti, a 2.491 metri di quota. A quel punto sono stati attivati gli operatori delle stazioni del Soccorso alpino di tutta l'area (ossia, Molveno, San Lorenzo in Banale, Fai della Paganella, Giudicarie esteriori, Val Rendena-Busa di Tione, Pinzolo, Madonna di Campiglio, Valle del Chiese, Trento-Monte Bondone, Levico, Pergine, Rotaliana Bassa Val di Non), il gruppo tecnici di ricerca e i vigili del fuoco.

Le ricerche sono proseguite tutto il giorno, con i soccorritori portati in quota in elicottero per perlustrare i sentieri che si snodano dal rifugio. L'area è stata sorvolata anche dall'elicottero di Trentino emergenza e da quello della Guardia di finanza attrezzato col sistema Imsi catcher per la localizzazione dei cellulari. Sono stati battuti sentieri, vie ferrate e strade forestali, ma senza esito. Finché, intorno alle 18.30, l'escursionista non ha acceso il telefono, fino a quel momento spento: ai soccorritori ha riferito di trovarsi sul sentiero 322, a circa 2.000 metri di quota. Incolume, e senza bisogno di aiuto. Alle 20.40 ha raggiunto il rifugio Croz dell'Altissimo dove, ad attenderlo, ha trovato i tecnici della stazione di Molveno che lo hanno riaccompagnato in hotel.