Le montagne proibite

Panorama sul Macchapuchhare dal punto panoramico di Sarangkot, Pokhara @Simona Bursi

Nel 2023 sembra impossibile che possano esserci cime bellissime, imponenti e “famose” che nessun alpinista abbia ancora scalato. Eppure, nell’Himalaya nepalese, abbracciata da alcune tra le vette più alte del Pianeta, esiste una montagna che tutt’ora rimane inviolata. Si tratta del Macchapuchhare (detto anche “Fishtail Mountain”), un colosso di 6993 m che si erge di fronte alla città di Pokhara. La sua doppia vetta ricorda la coda di un pesce, da qui l’origine del nome. Per la sua forma slanciata piramidale e l’impatto visivo che regala ammirandola dai numerosi punti panoramici nei pressi di Pokhara, è stata soprannominata anche “Il Cervino del Nepal” e, grazie alla sua particolare e caratteristica morfologia e al grandioso panorama in cui si inserisce, è considerata una delle montagne più spettacolari al mondo

Visuale del Macchapuchhare dal villaggio di Chomrong @Simona Bursi

Il Macchapuchhare è venerato dalle popolazioni locali come particolarmente sacro al dio Shiva e, proprio per questo, ne è tassativamente vietata l’ascensione. Anche se sembra che la vetta sia stata scalata illegalmente dall'alpinista neozelandese Bill Denz negli anni Ottanta, ufficialmente nessun alpinista, individualmente o in spedizione, ha mai raggiunto la sommità di questa cima fino ad oggi. L'unico tentativo documentato risale al 1957, quando l'alpinista inglese Wilfrid Noyce si fermò a 50 m dalla vetta per rispetto alle tradizioni locali. Da allora, la montagna è stata dichiarata sacra e interdetta agli alpinisti. Ma il Macchapuchhare non è l’unica vetta rimasta inviolata in terra nepalese. Infatti, nella regione del Khumbu, nel Nepal orientale, entro i confini del Parco Nazionale di Sagarmatha, esiste il Monte Khumbila che, con un'altezza di 5.761 metri, domina i famosi approcci meridionali ai suoi vicini più grandi, tra cui l'Ama Dablam e il Monte Everest. 

Il Macchapuchhare visto salendo al Campo Base dell’Annapurna @Simona Bursi.jpeg

I libri sacri degli Sherpa affermano che la zona sopra la linea degli alberi di questa montagna sia la dimora degli dei, e violare questo confine evocherebbe la loro ira. Negli anni Ottanta ebbe luogo un tentativo di ascesa, ma sfortunatamente una valanga uccise tutti i membri della spedizione. Da allora, nessuno ha più tentato di scalare questa vetta.