Le cascate del Rutor © Andrea GreciLe cascate del Rutor sono uno dei luoghi più noti e frequentati della Valle d'Aosta. I tre salti principali, intervallati da altri più piccoli, sono facilmente raggiungibili da La Joux, a monte di La Thuile e sono tra le più alte e fragorose della regione: un vero spettacolo d'acqua. Esse si trovano lungo il tracciato dell'Alta Via 2 della Valle d'Aosta e lungo il Sentiero Italia CAI.
Quello che molti non sanno è queste cascate sono “recenti”, ovvero esistono nel loro aspetto attuale da meno di 200 anni. L’andamento del Torrent du Rutor (o Ruitor) è stato, nel corso dei millenni, da sempre condizionato dalla fluttuazioni del soprastante ghiacciaio e dallo svuotamento ricorrente del Lago di Santa Margherita. Terminato il periodo di optimum climatico rinascimentale e l'inizio della cosiddetta Piccola Età Glaciale, lo sbarramento operato dalla lingua glaciale sulla conca del Lago di Santa Margherita, causava la formazione di una sorta di diga che, cedendo, poteva causare l’improvviso svuotamento del lago (“rotta glaciale”), spesso causando disastrose alluvioni che potevano arrivare non solo a La Thuile, ma anche fino a Pré Saint Didier e a Morgex. Le “rotte” furono ben 44 tra il 1594 e il 1864. Nel 1740, De Tillier così descrisse questo fenomeno: “il lago si svuota con una forza cosi grande che tutto quello che incontra sul suo passaggio è trasportato fino ai ponti in muratura… fa dei disastri incredibili in tutto il Ducato”.
Le istituzioni e le popolazioni locali cercarono più volte di trovare un rimedio, affidandosi all'ingegneria o alla fede. Dopo le devastanti inondazioni del 1594 e del 1595, il Conseil des Commis, l’organo di governo locale, cercò di trovare una soluzione tecnica. Simon Tubingher, imprenditore tedesco, presentò un progetto nel 1596, che prevedeva di aprire un tunnel nella sponda nord del lago per evitare esso si riempisse. L'elevato costo dell'opera (10.000 ducatoni d’oro) fecero desistere non solo il Conseil des Commis ma anche lo stesso Stato Sabaudo. Molto minori furono le spese per l’erezione, nel 1606, di una cappella dedicata a San Grato (invocato contro le inondazioni oltre che patrono della Valle d’Aosta) sul ciglio del gradino glaciale che separa il Lago di Santa Margherita dal Plan de la Liere, a breve distanza da dove oggi sorge il Rifugio Deffeyes. Anche la protezione del santo però, non sortì gli effetti sperati.
Durante la Piccola Età Glaciale, quelli appunto compresi tra io XVI e il XIX secolo, Ghiaccaio del Rutor era molto più esteso di oggi, tanto che la sua lingua terminale si allungava dove oggi si trova il già citato Plan de la Liere, ma anche il torrente era profondamente differente. In questi secoli infatti, una grande cascata scendeva dal gradino roccioso che ora divide il Lago di Santa Margherita dal Plan de la Liere, mentre le attuali cascate rutorine erano probabilmente ridotte a modesti salti d’acqua. L’attuale aspetto delle cascate si deve all'ultima grande “rotta” del Lago di Santa Margherita, avvenuto nel 1864 in circa 10 giorni, che ha deviato più a ovest la portata maggiore del torrente.
Il progressivo ritiro del Ghiacciaio del Rutor, seguito alla fine della Piccola Età Glaciale, ha reso molto più stabile e meno imprevedibile l’andamento del fiume. Dopo essere descritte dall’abbè Pierre Chanoux, le cascate divennero un’attrazione turistica già alla fine del XIX secolo e il ponte sulla terza cascata, non fa che sostituire quello costruito proprio per volontà del religioso “pour permettre aux turiste de les voir dans toute leur splendeur”.
E le cascate non solo l'unico splendore di questa tappa del Sentiero Italia CAI, che dal Rifugio Deffeyes porta a La Thuile, ma che spesso viene percorsa al contrario come escursione in giornata. La superfice glaciale, sempre più tormentata, del già citato Ghiacciaio del Rutor (che nonostante la sua sofferenza è il quinto per estensione delle Alpi italiane), le fioriture estive, il piccolo Lac des Glaciers, le viste sul gruppo del Monte Bianco, contribuiscono a rendere questa tappa un esemplare “taccuino” di natura, geologia e ambienti alpini.
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Il Rifugio Deffeyes e il Ghiacciaio del Rutor © Andrea Greci