Lago Verde e Cascata di Farfarà

Cascata di Farfarà © Francesco Falsi

La Valle del Verde è quasi interamente ricoperta di boschi, ma nel fitto della vegetazione si possono trovare antichi borghi come Cervara, cascate come quella di Farfarà e numerose testimonianze che mostrano come il paesaggio culturale sia stato modellato nei secoli dalle attività dell’uomo.

Lungo l'ampia sterrata che risale la Valle del Verde © Andrea Greci

Dal parcheggio di Cervara si prosegue sull’ampia sterrata che si inoltra nella Valle del Verde (segnavia bianchi e rossi della Via degli Abati), in un bosco anticamente coltivato a noccioli e castagne. Superando numerosi essiccatoi in rovina ed edicole votive contenenti maestà in marmo bianco, si superano i nuclei di case di Ceresola, Candolago e La Rena. Tralasciata una possibile deviazione a sinistra, si prosegue diritto (segnavia) e, appena dopo il nucleo di case di Arbioli, si giunge al piccolo Lago Verde (1049 m). Con andamento pressoché pianeggiante si prosegue fino a una conca che si apre tra i castagneti, dove la sterrata procede a sinistra, mentre a destra una più piccola mulattiera si inoltra nel bosco (cartelli per la Cascata di Farfarà e il Passo del Borgallo). Perdendo qualche metro di quota (possibile fango dopo forti piogge) si raggiunge il corso del Torrente Verde. Abbandonata la sterrata che prosegue a destra verso il Passo del Borgallo (Via degli Abati) si svolta a sinistra assecondando i segnavia e i cartelli che indicano la direzione da seguire per raggiungere il belvedere sulla cascata. Un breve tratto in salita, su sentiero esile ma ben tracciato (gradini in legno) consente di raggiungere il piccolo spiazzo da dove si può ammirare la Cascata di Farfarà (1086 m, 1,40 h). Il ritorno avviene per lo stesso itinerario di salita (1.20 h).

Lago Verde © Andrea Greci

Partenza: Cervara 725 m 
Arrivo: Cascata di Farfarà 1086 m
Lunghezza: 12 km (andata e ritorno)
Dislivello: + 422 m (andata e ritorno)
Durata: 3 h (andata e ritorno)
Difficoltà: E
Punti d’appoggio: nessuno
Periodo consigliato: aprile-novembre

L'articolo è stato pubblicato su La Rivista del Club Alpino Italiano n.2/Maggio 2023