La velenosa Regina del bosco con l'abito a pois

Amanita muscaria in fase giovanile © Antonio Rinaldi

La velenosa Regina del bosco in autunno è indubbiamente lei, l’Amanita muscaria. L’aspetto di questo fungo è inconfondibile: cappello rosso ornato da tante verruche bianche che le rendono quell’immagine fiabesca che in effetti le è valso un ruolo in tante storie, cartoni animati, favole. La sua fama però, in termini di letalità, è spesso molto più negativa di quello che realmente si merita; non si tratta infatti di un fungo mortale. ma semplicemente velenoso. Ma molti erroneamente associano la sua immagine all’Amanita phalloides, la sua cugina veramente mortale, presente nei nostri boschi.

 

La nostra Regina del bosco non è comunque commestibile, sostanzialmente velenoso con effetti gastroenterici come anche psicoattivi. E questo apre un altro grande capitolo che descrive l'interesse e l'attrazione umana per questo fungo, documentata fin dall’antichità e ancora presente fino a pochi decenni fa nelle tribù che popolavano le terre prossime al circolo polare artico, che lo cercavano e consumavano direttamente (non senza correre quindi gravi rischi), o ne cercavano semplicemente gli effetti, bevendo l'urina delle renne che ne sono ghiotte proprio per l’ebbrezza che ricevano dal suo consumo. 

 

In termini ecologici è un fungo di grande interesse per i fungaioli per il fatto che questa specie spesso condivide habitat e periodo di crescita con i pregiati e ricercati porcini, il che le vale l'appellativo di “spia del porcino”, “spion delle brise” in Trentino.

 

Va da sé che è e rimane da considerarsi un fungo velenoso, da ammirare e fotografare (spesso è veramente difficile resistere alla sua bellezza), ma da lasciare in posto perché nell’ambito dell'ecosistema possa continuare a svolgere le sue funzioni, fondamentali come quelle di ogni altro vivente.