05.06.2024 - - - cultura storia escursionismo alpinismo
Facciamo un salto indietro di 150 anni, al 5 maggio 1874. Pio Agodino, direttore della sezione centrale del Club Alpino Italiano scrive una lettera a Felice Rignon, sindaco di Torino. Sono trascorsi poco più di 10 anni dal 23 ottobre 1863 quando nasce il sodalizio di cui Agodino e Rignon sono tra i soci fondatori. Oggetto della missiva: la proposta, maturata in seno al VII Congresso del CAI, di edificare la Vedetta Alpina presso il Monte dei Cappuccini.
Un manifesto della Vedetta Alpina (Bonfiglioli) del 1900. © arch. Museo Nazionale della Montagna
«Possiamo considerarlo – esordisce Aldo Audisio – l’atto fondativo di quel che diventerà il Museo Nazionale della Montagna, che ho avuto l’onore di dirigere per quarant’anni e che quest’anno celebrerà i suoi 150 anni di vita. Una lettera formale, con tanto di protocollo, che però appare come una vera e propria dichiarazione programmatica, capace di supportare il progetto urbanistico con valori e ideali. In poche parole, Agodino afferma che la città di Torino dovrebbe sviluppare maggiormente il proprio patrimonio di bellezze tra cui “il magnifico panorama delle Alpi, di cui siamo centro ed i gloriosi custodi” come recita il testo. Un piano di valorizzazione turistica a tutti gli effetti, attraverso lo sguardo sulle montagne. Oggi non vedo iniziative di questo genere, capaci di farci sognare attraverso la contemplazione del paesaggio alpino, né a Torino, né altrove».
Lettera di Pio Agodino al sindaco Felice Rignon del 5 maggio 1874 con la proposta di realizzazione della Vedetta Alpina. © Archivio Storico della Città di Torino
Oltretutto l’idea avanzata da Agodino viene presto dotata di una concretezza impensabile ai nostri tempi se si considera che appena 2 mesi dopo, il 9 agosto, la Vedetta Alpina viene inaugurata con tanto di cerimonia ufficiale. Per l’occasione, Edoardo Francesco Bossoli realizza la sua celebre litografia lunga 177 cm raffigurante Il panorama delle Alpi preso dal Monte dei Cappuccini sopra Torino.
Museo e Vedetta Alpina, 1905 ca. La Vedetta è stata dotata di un telo su di una struttura di ferro. © Archivio Storico della Città di Torino
«Erano anni di grande fermento – prosegue Audisio – sia per la città, sia per il CAI. Torino si stava riprendendo dopo gli esiti traumatici del trasferimento della capitale d’Italia prima a Firenze nel 1865 e poi a Roma. Contemporaneamente, in seno al giovane Club Alpino Italiano era presente grande dinamismo e voglia di affermazione della propria missione. Una parte dell’ex convento dei cappuccini, appollaiato sulla sommità del Monte e donato alla città nel 1971, si dimostrò il luogo ideale per erigere una terrazza sul lato ad angolo tra il piazzale e l’alta balconata affacciata sul fiume Po, sull’abitato e sulle Alpi che fanno da sfondo. Così, 3 anni dopo l’inaugurazione, nel 1877 la Vedetta Alpina veniva dotata di un apposito regolamento di fruizione, mentre i locali sottostanti venivano trasformati in Stazione Alpina e biblioteca, cioè il seme del futuro Museo Nazionale della Montagna fondato nel 1942 dopo ulteriori lavori di ampliamento che hanno dato all’esterno della struttura l’aspetto che osserviamo ancora oggi. Mentre l’allestimento interno e la costruzione della terrazza rappresentano l’ultima ristrutturazione risalente all’anno olimpico di Torino 2006».
Tintoria Lionese G. Marron e Officine Diatto con il Monte dei Cappuccini, 1910 ca. © Archivio Storico della Città di Torino
Curiosamente, la lettera di Agodino insieme a una serie di altri documenti sul tema sono emersi dall’Archivio Storico della Città di Torino proprio in occasione del prestigioso anniversario. Soltanto una casualità?
«L’età della pensione – conclude Audisio – mi ha regalato più tempo a disposizione. Grazie alla collaborazione di Maura Baima responsabile dell’Archivio e di Andrea Parodi sono emersi un’ottantina di fogli che devo ancora analizzare con attenzione. Intanto sono felice di aver avuto la possibilità di portare un ulteriore contributo alla conoscenza storica dell’istituzione a cui sono molto legato».
Regolamento per la Stazione Alpina sul Monte dei Cappuccini, 1877. © Archivio Storico della Città di Torino