Nella riunione del Consiglio Centrale di Genova del 1° aprile 1951, si affronta in maniera approfondita la questione Cinematografia sia sul suo funzionamento che sui nuovi impulsi da imprimere a questo settore. È la prima volta, dal 31 marzo 1946, che si cerca di analizzare, in maniera abbastanza convincente, le problematiche interne alla Commissione, ma soprattutto il suo rapporto in seno al CAI, con gli utenti (le Sezioni) e con il mondo “esterno”. La discussione fra i Consiglieri è molto accesa e articolata e le opinioni non sono sempre concordi sulla strada migliore da prendere. L’unica certezza che emerge è la frase, più volte evocata nel dibattito, che “il cinema è un ottimo mezzo di propaganda”.
Infatti Costa sottolinea che “[...] la diminuzione dei soci si può contrastare con una propaganda efficace che può essere realizzata attraverso la cinematografia […]” Negri osserva che l’unico pensiero del Consiglio sia quello che la cinematografia sia ottimo strumento di propaganda. “[…] non si è feticisti della qualità fino ad escludere tale forma di propaganda. […]”. Saglio fa rilevare che bisogna scartare a priori la possibilità per il CAI di produrre film. “Per un film della durata di pochi minuti occorrono da un milione trecentomila a due milioni di lire. […]” Il Presidente chiede che venga votata la seguente dichiarazione: “Il Consiglio Centrale […] delibera di incaricare il signor Giraudo di costituire la Commissione Cinematografia che non dovrà preoccuparsi di realizzare film, ma di organizzare la propaganda segnalando alle sezioni i film disponibili […]”.
Nell’arco di tempo di questa discussione il termine propaganda è evocato ben undici volte quale efficace strumento per incrementare il numero dei soci. È altresì molto dibattuto il tema produzione o distribuzione dei film. Alcune cifre, indicate quale somma necessaria a produrre un film, sono sicuramente sovrastimate ma è indubbio che il contrasto verbale fra fautori dell’una o dell’altra posizione è ancora molto acceso e sentito. Non è solo una inadeguatezza di risorse economiche, ma soprattutto, a mio avviso, la mancanza di persone in grado sia dal punto di vista artistico che tecnico-organizzativo di avventurarsi nella produzione di un film. L’entusiasmo e la voglia di cimentarsi nella settima arte, superando i limiti del prodotto amatoriale, si scontra con un cosciente realismo che percepisce tutte le difficoltà insite in questa prospettiva. Ovviamente si indaga anche sull’ipotesi di tentare il coinvolgimento di professionisti esterni al sodalizio, ma tale soluzione non trova terreno fertile. Vallepiana “… è piuttosto scettico per quanto riguarda gli pseudo divi che dovrebbero realizzare e interpretare il film. […]”. Si torna a discutere di produzione.
Il 29 settembre dello stesso anno, la seduta del Consiglio svoltasi a Torino è quasi interamente dedicata alla Commissione Cinematografia. Oltre sei pagine di verbale dattiloscritte sono riservate al tema. Di seguito i passaggi più interessanti al fine della ricostruzione di questa narrazione. Rolandi “[…] informa che la Commissione ha potuto recuperare i due film Vacanze sottozero e Botanica a corda doppia (entrambi presenti in Cineteca; il secondo film fu prodotto da CAI-UGET). […] Non è stato ancora possibile recuperare il materiale in deposito a Bologna presso il signor Cappelli e cioè: i due film Tende sui monti e l cielo nel cuore e altro materiale cinematografico […] Sono iniziate le trattative per la concessione di film di propaganda dell’USIS. […] Oltre a questi film ci sarebbero quelli dell’Istituto Nazionale Luce […] e alcune pellicole della Edelweiss Astra. […] La natura dei film è decisamente poco alpinistica […] inoltre nelle poche pellicole finora regolarmente programmate c'è un elemento negativo che è rappresentato dalla tragedia. Per tale ragione e per ottenere lo scopo propagandistico, la Commissione ha pensato di produrre dei film non integralmente alpinistici ma che illustrino la storia dell’alpinismo e in particolar modo quella del CAI. […] È stato inoltre predisposto un bilancio preventivo per produrre un filmetto [sic!] del congresso di Trento del prossimo anno con una spesa che dovrebbe avere un costo […] di circa trecentomila lire. […] Su queste basi la Commissione può continuare la sua attività; diversamente il suo operato si ridurrebbe alla semplice ricerca dei film da distribuire alle sezioni, e tale incombenza può benissimo essere svolta dalla Segreteria del CAI”. Morandini “[..] chiede chiarimenti sul tipo di macchina che verrebbe acquistata e Rolandi precisa che si tratta di una macchina Kodak, la migliore oggi in commercio rispetto ai tipi Bolex Paillard. Il Presidente ricorda la precedente delibera di Consiglio e fa presente la necessità che esso si esprima nuovamente se sia il caso di ritornare sulla decisione o mantenerla”. Bello è del parere che il Consiglio debba mantenere la sua precedente deliberazione. Costa precisa che di materiale alpinistico ce n’è poco, bisogna perciò sfruttare tutte le possibilità per realizzare qualche film rivolgendosi anche ai soci appassionati di cinematografia. Lombardi rileva che la conoscenza della montagna è lo scopo fondamentale del Sodalizio e la cinematografia è oggi un ottimo mezzo per la sua diffusione. Questione estremamente seria sia agli effetti della divulgazione della conoscenza delle montagne sia agli effetti dell'aumento del numero dei soci. È ora importante trovare le soluzioni più idonee. Lombardi, nell’ambito della discussione, ipotizza la necessità di impegnare come Sede centrale un cospicuo finanziamento di risorse oppure cercare di coinvolgere quei soci che hanno contribuito economicamente alla ricostruzione dei rifugi distrutti dalla guerra. Lombardi prosegue nel suo intervento affermando che “Finora si è stati dubbiosi su questo progetto poiché mancavano gli uomini adatti per portare a termine il programma della Commissione Cinematografica. Ora gli uomini ci sono e il CAI ha il dovere di sostenerli giacché potrebbe trovarsi nella condizione di non avere assolto il suo compito per una forma di propaganda che oggi si impone”. Negri dichiara “La questione principale è quella finanziaria” e sostiene inoltre che un film sul Congresso è di mediocre interesse mentre si sente la necessità di film a carattere alpinistico. “la questione fondamentale - afferma il Presidente - è capire se il Consiglio è d'accordo di ritornare sulla deliberazione assunta in precedenza e autorizzare quindi la produzione di qualche film. Le risorse necessarie per l'acquisto della macchina non sono una spesa ma un investimento patrimoniale”. Zanoni osserva che finora la discussione è stata incentrata sul produrre o non produrre. C’è però un’altra soluzione ed è quella che il CAI potrebbe essere compartecipe nella produzione dei film. Ipotizza che coinvolgendo la Settimana Incom sia possibile trovare una sinergia per produrre un film sulla montagna. Vallepiana “ribadisce che è bene mettere in chiaro, sin d'ora, la questione del soggetto. […] Produrre film del tipo «sesto grado» non è utile per la propaganda di massa che è molto più vantaggioso produrre film panoramicamente belli […] Subordina quindi il suo voto alla questione relativa al soggetto dei film”. Il Presidente “propone di stanziare una somma di trecentomila lire per la macchina e altrettante per il film e che per le altre necessità provveda direttamente la Commissione. La proposta è approvata con venti voti favorevoli e tre contrari”. Buscaglione precisa che il suo voto è favorevole ma esplicita la pregiudiziale che non si realizzino film sul tipo di quello di Casara. (2 – continua)
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