La prosopopea del ghiacciatore, nuova via sul Visolotto per Ravizza e Tixi

La cordata ha aperto un itinerario di 560 metri di sviluppo, difficoltà fino a M6+. «Volendo si può anche continuare»
© G.Ravizza

 

Giovanni Ravizza e Michele Tixi hanno aperto una nuova via sul Visolotto, una montagna poco a nord del Monviso, da cui è separato dalle Cadreghe di Viso. La prosopopea del ghiacciatore ha uno sviluppo abbastanza importante, di 560 metri, difficoltà fino a M6+. Come spesso accade, l'ispirazione è arrivata un po' per caso, secondo le parole dello stesso Ravizza. «Ero andato sulla Punta Venezia per ripetere E la storia continua e ho notato una bella linea su quella che è una delle montagne più belle e difficili nei pressi del Monviso. Mi ha sempre affascinato per la sua repulsività e apparente dimensione ridotta rispetto al Re di Pietra; apparente perché le sue pareti est e nord precipitano per 6/700 metri di dislivello. Ho notato quel diedro incassato e mi sono detto che ci poteva stare una goulotte. Così, alla prima occasione buona ci siamo andati. Avevamo in programma di andare a Chamonix, ma è sempre una barcata di chilometri e così abbiamo ripiegato».

La terza lunghezza © G.Ravizza


La scelta si è rivelata felicissima. «La via ha superato le aspettative: molto bella, dieci tiri lunghi di corda e molto continua, a parte giusto un paio di tiri facili. Siamo arrivati a tre quarti di parete, abbiamo messo le soste e siamo scesi con calate da 60. Credo che la via vada bene così, ha una sua completezza».
Per chi volesse, rimane da esplorare la parte alta. «Proseguendo si esce su una spalla, poi si fa più facile fino in punta, si trova neve. Per andare in cima ci sono altri 200 metri, ma chiaramente cambiano le difficoltà, la progressione. Sembra comunque bella, ma poi bisogna mettere in conto di scendere dall'altra parte».

La sesta lunghezza di dieci


Le soste sono attrezzate a spit. «Noi avevamo piantato uno spit con un moschettone e ci siamo calati su quello, ma in questi giorni è salito un altro mio amico e ha aggiunto uno spit su tutte le soste, tranne due. Come materiale per una ripetizione serve una serie di friend, magari un paio di chiodi. Le viti invece non servono a nulla perché l'unico tiro dove andrebbero usate in realtà non è proteggibile, non è abbastanza solido».
Per l'avvicinamento «dal Pian della Regina bisogna salire al Lago Chiaretto, puntare la parete est e salire la dorsale all'estrema destra. Aggirato lo spigolo bisogna salire la prima conoide che si incontra e ci saranno 1000-1100 metri di dislivello, direi che fa una bella scrematura».