La petizione: un parco naturale per il Sassolungo

Quasi 45 mila firme in poco più di un mese. L'obiettivo: includere in un'area protetta anche i Piani di Cunfin e la Città dei Sassi.
Ambientalisti e club alpini contro l'ampliamento della bidonvia di Passo Sella

Inserire il gruppo del Sassolungo, compresi i Piani di Cunfin e la Città dei Sassi, in un’area protetta, allargando così il patrimonio mondiale Dolomiti Unesco che, ad oggi, non lo comprende. È questo il contenuto della petizione promossa dal gruppo di cittadini gardenesi di Nosc Cunfin e firmata da quasi 45 mila persone in poco più di un mese.

L’esigenza nasce dalla volontà di proteggere un’area considerata in pericolo. I cambiamenti climatici obbligano a ripensare dinamiche e prospettive del turismo sulle Alpi. È sempre più importante un’attenta valutazione delle ripercussioni sociali, culturali ed economiche che le differenti scelte comportano. "Negli ultimi sessant’anni  - spiegano da Nosc Cunfin – la Val Gardena ha assistito a un fortissimo e importante sviluppo turistico. Che, naturalmente, non è stato privo di conseguenze per l’ambiente. Sebbene il numero di nuovi impianti di risalita costruiti in provincia di Bolzano sia leggermente diminuito negli ultimi anni, la portata oraria è stata aumentata. L’area dei Piani di Cunfin, zona particolarmente sensibile alle falde del Sassolungo, è ora minacciata dal progetto di un nuovo collegamento, ferroviario o a fune, ancora da definire”. E che, da Passo Sella, consentirebbe di raggiungere l’Alpe di Siusi, passando per il Monte Pana.

Da qui la volontà di proteggere un gruppo montuoso che, nonostante lo sviluppo del turismo di massa, ha conservato angoli di grande valore naturalistico. Un'idea che parte da lontano. “Già 40 anni fa – proseguono da Nosc Cunfin –, le iniziative Sos Saslonch e Sos Dolomiti sostenevano l'importanza di proteggere il gruppo del Sassolungo. Da tre anni il nostro gruppo di iniziativa, composto dai cittadini dei tre comuni della Val Gardena (Ortisei, Santa Cristina e Selva di Val Gardena) e da quello di Castelrotto, si batte per la tutela definitiva dell'intero gruppo, comprensivo dei Piani di Cunfin e della Città dei Sassi”. Già oggi, il massiccio è circondato da numerosi impianti sciistici e piste da discesa. “Sui versanti da Nord a Est si contano una dozzina di impianti del comprensorio della Val Gardena, distribuiti fra il Mont de Sëura, il Ciampinoi, il Piz Sella e il Passo Sella. Sul versante Ovest, nel comprensorio dell’Alpe di Siusi, ce n'è uno, limitrofo a malga Zallingher. A Sud-Est ci sono la funivia del Col Rodella e i collegamenti verso il Passo Pordoi”.

L’unico versante che fa eccezione è quello a Nord-Ovest, fra l’area sciistica dell’Alpe di Siusi e quella della Val Gardena. “Praticamente l’unica area senza infrastrutture del gruppo del Sassolungo”. Il timore di una parte dei gardenesi è che i comprensori sciistici vengano ulteriormente allargati un’operazione che, per gli ambientalisti, rischia di “intaccare un’area che si è, finora, miracolosamente conservata”. Il malcontento nasce, da un lato, dalla pressione turistica che riduce la qualità della vita dei residenti per alcuni mesi all’anno, paralizza traffico e spostamenti, facendo lievitare i prezzi negli esercizi commerciali; dall’altro, dall’impatto ambientale che deriverebbe dalla realizzazione del nuovo progetto.

Già il 3 agosto scorso, ai piedi del Passo Sella i rappresentanti dei club alpini italiani e tedeschi (Cai, Cai Alto Adige, Alpenverein Südtirol, Deutscher Alpenverein) e le sigle ambientaliste locali (Nosc Cunfin, Mountain wilderness, Dachverband e Heimatpflegeverband) si erano dati appuntamento per manifestare contro il “faraonico” progetto di ampliamento della storica bidonvia, come raccontato a suo tempo da Lo Scarpone. Occasione che avevano colto per denunciare (con un'operazione sfociata in un esposto in Procura) un altro ampliamento che, in estate, ha toccato terreni di proprietà del Cai: quello che sarebbe dovuto essere un complesso di “piccoli lavori di miglioria sul sentiero sciistico” che attraversa la Città dei Sassi e che si è concretizzato, invece, in un intervento di impatto decisamente maggiore sia per la lunghezza del tratto interessato, (255 metri anziché 48), sia per l’allargamento (6 metri anziché mezzo) che per il fatto di aver comportato la rimozione di alcuni massi, parte del monumento naturale.