La montagna spiegata ai bambini. Quei misteriosi puntini giganti.

Le Tre Cime di Lavaredo sotto un cielo stellato © Roberto Ciri

Sei una stella” è uno di quei rari e sentiti complimenti che si fanno a una persona speciale, a chi si distingue, a chi ha una sensibilità particolare. “Sei diventato una stella” invece lo si abbina a chi è riuscito a fare strada nella vita, a essere ben riconosciuto per qualcosa di particolare (si dice a uno sportivo, a un cantante, a uno scrittore, a un atleta, ecc.).

Le stelle hanno sempre avuto una considerazione estremamente positiva da parte dell’essere umano, una sorta di rispetto reverenziale rimasto intoccabile nello scorrere del tempo e nel succedersi delle culture e delle civiltà. Gloriose popolazioni come i Maya e gli Egiziani possedevano già delle insospettabili capacità di lettura della volta celeste e sia riti sacri che azione di vita concreta si basavano su ciò che il cielo “voleva dire loro”.

Noi siamo di formazione scientifica (un medico e un naturalista), ma questa volta vogliamo ragionare in termini emotivi, perché le stelle sanno generare pensieri e ragionamenti che vanno oltre alle fredde spiegazioni razionali.

Ma cosa c’entrano le stelle con la montagna?

Questa è la domanda che può fare solo chi non ha mai avuto la fortuna di potersi sdraiare in alta quota per lasciarsi andare nell’osservazione di ciò che gli sta sopra la testa. Un cielo stellato di montagna è una delle situazioni più meravigliose che si possano immaginare, provare per credere!

Provate a pensare, state osservando migliaia di puntini che in realtà sono degli ammassi talmente grandi da non essere compresi. Come si fa a immaginare quanto grande sia una stella? Impossibile! È meraviglioso, sembra che il nero del cielo sia costellato da forellini che lasciano passare la luce, in realtà ognuno di quei forellini è una fonte di luce propria, un magazzino di energia immensamente potente. Piccolo e grande che si mescolano nella nostra mente per creare suggestioni poetiche.

Anche il fatto che le stelle si possano vedere solo di notte sembra una magia, sembra siano lì proprio per colmare quel buio infinito che le circonda e che altrimenti sarebbe spaventoso.

L’osservare la volta stellata ci fa viaggiare, ci porta in’altra dimensione, ci porta a chiedersi ad esempio come possa essersi formato tutto ciò, come si evolve, quanto durerà. Misteri su misteri che però ci fanno bene, ci riportano letteralmente “coi piedi per terra”, ci fanno capire ancora una volta che, anche se ci crediamo padroni del mondo e dell’universo, noi umani siamo davvero piccini.

Stasera e domani sera sono delle occasioni imperdibili per stare col naso all’insù, anche se si parla sempre della notte di San Lorenzo (il 10 agosto) quale occasione per ammirare le stelle cadenti. Cerchiamo di fare chiarezza, le stelle cadenti non sono affatto stelle, sono dei detriti di rocce e ghiaccio che si disintegrano entrando nell’atmosfera terrestre. Sono chiamate Perseidi e hanno origine dalla cometa Swift-Tuttle… a proposito, anche le comete non sono stelle eh!

Accantonando ancora una volta la scienza (ci perdonino gli studiosi del cosmo), si sul dire che la vista di una stella cadente porti fortuna. Non sarà vero, ma facciamo finta di crederci, un po’ tutti noi abbiamo bisogno di segni che ci diano positività e ci rendano sereni.

Sperando di avervi incuriositi, auguriamo un buon cielo stellato a tutti… ops, dimenticavamo che un altro modo di dire per nominare e augurare la fortuna è “avere una buona stella”!

Il Sass da Stria sotto un cielo stellato © Roberto Ciri