La montagna spiegata ai bambini. La fabbrica del respiro

Quando pensiamo a un’industria chimica la nostra mente si invola verso immagini poco rassicuranti che si rifanno a camini fumosi e a grigi e tristi capannoni di cemento potenzialmente pieni di veleni. Fortunatamente, al giorno d’oggi, la situazione è ben diversa, la consapevolezza per un rispetto per l’ambiente si sta facendo sempre più strada, e tali strutture sono molto meno impattanti, con una produzione quasi sempre compatibile con la salute nostra e degli altri viventi.

Ma evidentemente non siamo molto attenti e ignoriamo di essere circondati da altre fabbriche attive 24 ore al giorno. Ed è la natura che le fa funzionare e le migliora da milioni di anni. Guardiamoci attorno, non importa se ci troviamo fra le montagne, in pianura, sulla riva di un lago o nei pressi del mare. Le verdi industrie di cui stiamo parlando sono le foglie, veri e propri laboratori in cui entrano materie prime che vengono poi trasformate in prodotti finiti fondamentali per la nostra esistenza.

Foglie di felce, colori nell'umido sottobosco @Denis Perilli

Le foglie sono la parte più attraente e ornamentale delle piante, ma anche quella più importante. 

Sappiamo, fin dai tempi della scuola, che le foglie producono ossigeno attraverso una complessa reazione chimica chiamata fotosintesi clorofilliana. Come avviene questo processo? Le piante assorbono anidride carbonica presente nell’aria e, grazie all’energia assorbita dalla luce del sole, la trasformano in ossigeno e in zuccheri che sono indispensabili per la crescita delle piante stesse. Questa incredibile magia chimica avviene nei cloroplasti, degli organelli presenti all’interno delle cellule delle foglie che contengono la clorofilla, ossia la molecola responsabile del colore verde dei vegetali. L’assorbimento, e quindi l’eliminazione, dell’anidride carbonica (gas prodotto dalla respirazione degli animali e dalla combustione dei combustibili fossili) è un fatto estremamente importante, perché questa è una molecola ritenuta fra i maggiori responsabili del riscaldamento globale che sta affliggendo il Pianeta Terra.

Insomma, possiamo affermare con certezza di essere avvolti da milioni, se non miliardi, di minuscole fabbriche naturali che, tra l’altro, hanno la particolare caratteristica di cadere seguendo i cicli stagionali per rinascere ancor più vigorose.

In autunno il bosco si tinge di un caleidoscopio di colori @Simona Bursi

Ma mica finisce qui, sulle foglie avvengono altre reazioni chimiche o fisiche, come la respirazione e la traspirazione.

La respirazione, che può essere considerata la reazione inversa alla fotosintesi, avviene di notte attraverso gli stomi, delle minuscole fessure poste nella pagina inferiore delle foglie.

La traspirazione è invece quel fenomeno che vede l’acqua risalire dalle radici per arrivare fino alle foglie, vincendo la forza di gravità. Grazie a questa pompa che aspira di continuo, anche la   linfa grezza fluisce all’interno della pianta, mentre l’acqua in eccesso evapora, ancora una volta attraverso gli stomi. 

Proviamo a immaginare una grande foresta: non è difficile capire quanta acqua venga movimentata dalle piante e quale sia la loro importanza, ad esempio nel mantenere la sicurezza di un versante montuoso (pensiamo al ruolo delle radici nella stabilità del terreno) o nel modificare il clima a livello locale. Senza alberi l’enorme quantità di acqua libera scorrerebbe ed eroderebbe i terreni, aumentando a dismisura il rischio di frane e smottamenti.

Possiamo quindi affermare che il verde non è solo un bel colore, ma è anche simbolo di processi che sono estremamente utili per mantenere i delicati equilibri che regolano il Pianeta Terra.

La luminosa volta di un bosco in primavera @Denis Perilli