Il germano reale popola numerosi specchi d'acqua montani @Denis Perilli“Tu vai in montagna, non ti piace il mare!”. Chissà quante volte anche voi vi sarete sentiti ripetere questa frase priva di senso che induce a mettere in contrapposizione due meravigliosi ambienti che ogni amante di Madre Natura non può che adorare e, perché no, frequentare.
Fa ridere a pensare che, se molte specie animali usassero il nostro linguaggio, sentirebbero anche loro questa cantilena fastidiosa risuonare nelle loro conversazioni.
Mare e montagna, due mondi apparentemente lontani che gli animali sembrano voler riavvicinare. Avete mai provato a pensare a quanto sia straordinario, ad esempio, ciò che compie il salmone atlantico? Vive nelle fredde acque oceaniche settentrionali e, per andare a deporre le uova, risale fiumi e torrenti, nonché cascate e salti d’acqua. Un’avventura incredibile che porta poi i giovani nati a ritornare al mare dando continuità a un viaggio di andata e ritorno che le varie generazioni compiono da milioni di anni.
In realtà questo è un caso estremo, ma molte altre sono le creature che frequentano mare e montagna. Moltissime sono, ad esempio, le specie di uccelli che passano la stagione estiva nel centro e nord Europa per poi migrare, in autunno, verso i più caldi paesi mediterranei e africani. Nel bel mezzo di questo viaggio ci sono le Alpi, ecco quindi che il tutto si rimescola, consentendoci avvistamenti solo apparentemente inconsueti.
Anatre di tutti i tipi, oche, cicogne, gru e decine di specie di piccoli trampolieri (uccelli con le gambe lunghe, tanto per capirci) di palude che a volte riposano o sostano in ambienti di alta quota. Esistono poi luoghi, come ad esempio la piana del Cansiglio, in Veneto fra le montagne bellunesi e trevigiane, dove gli avvistamenti sono spesso sorprendenti. I fenicotteri, ora frequenti in alcune aree dell’Italia settentrionale, già vent’anni fa sorvolavano il Lago di Santa Croce, poco lontano dalla piana. Ora, ahimè, un avvistamento così farebbe “meno effetto”, il riscaldamento globale sta “spostando” specie amanti del caldo in ambienti che fino a non troppo tempo fa avremmo potuto definire freschi, se non freddi.
Il magnifico svasso maggiore popola anche i laghi alpini @Lorenzo Comunian
E i grandi rapaci? Anche loro non sfuggono alla regola, aquile di mare in migrazione vengono avvistate in montagna, mentre il gigantesco grifone, facilmente avvistabile sulle montagne della Carnia, in Friuli, è un avvoltoio che non disdegna colonizzare pure le scogliere a picco del Mediterraneo.
Una situazione a cui non si è ancora data una risposta chiara è quella degli aironi, fino a qualche decennio fa confinati alle aree paludose di pianura. Una sorprendente esplosione demografica di più specie consente ora di osservarli in tutti i tipi di ambienti e non è certo cosa rara poter ammirare il possente volo di un airone cenerino fra le vette delle Dolomiti.
Ci sono poi degli animali che noi consideriamo “montanari” per eccellenza e invece non lo sono. Cervi e caprioli sono in origine animali di pianura, ora li ritroviamo fra i monti solamente perché, nel corso dei secoli, l’opera umana ha fatto si che gli ambienti boschivi venissero confinati e ristretti al di fuori delle pianure occupate dalle città.
Ma dopo tutte queste osservazioni proviamo a sognare un po’ e a rimescolare mare e montagna in un bel quadro dipinto da Madre Natura. Come? Pensando ai fossili impressi nelle rocce, un bell’indizio che ci porta a comprendere che dove c’era il mare ora c’è la montagna e dove ora c’è la montagna un giorno potrebbe ritornare il mare.
Le gru, famose per le loro lunghissime migrazioni @Lorenzo Comunian