
Il 19 maggio al Cinema Odeon di Vicenza verrà presentato in anteprima La religione della libertà, documentario diretto da Marco Zuin e Giulio Todescan che racconta per la prima volta la figura di Antonio Giuriolo, intellettuale antifascista, partigiano e alpinista, protagonista della Resistenza veneta e nazionale. A ottant’anni dalla sua morte, il film segue le tracce lasciate da Giuriolo — per tutti “Capitan Toni” — e ne ricostruisce la storia attraverso archivi, testimonianze e paesaggi della memoria.
Giuriolo, medaglia d’oro al valor militare, nacque ad Arzignano nel 1912 e cadde il 12 dicembre 1944 sull’Appennino bolognese. Fondatore del Partito d’Azione in Veneto, rifiutò sempre di aderire al Partito Nazionale Fascista, pagando con l’esclusione dall’insegnamento pubblico. Scelse invece la montagna, i libri proibiti e l’impegno civile, diventando guida silenziosa e autorevole per generazioni di giovani cresciuti sotto la dittatura.
«Era un italiano in un senso in cui nessun altro nostro conoscente lo era», scrisse Luigi Meneghello nei Piccoli maestri, rievocando la forza morale e culturale di Toni, che guidò una formazione partigiana sull’Altopiano dei Sette Comuni e, successivamente, la brigata Matteotti Montagna. Proprio da quel libro parte il “pellegrinaggio civile” che oggi tocca i luoghi della sua vita e che nel film si intreccia alla ricerca di due studenti vicentini, moderni testimoni del passaggio generazionale.
Il Club Alpino Italiano, a cui Giuriolo era iscritto, ha dato il suo patrocinio all’opera. E nel dopoguerra, in suo onore, ha intitolato il rifugio di Campogrosso, sulle Piccole Dolomiti. La montagna, nel film, è metafora e spazio reale: scenario di lotta e libertà, ma anche luogo di rigore e ricerca interiore, come per Giuriolo che la frequentava sin da ragazzo.
Prodotto da LIES – Laboratorio dell’Inchiesta Economica e Sociale e Working Title Film Festival, con il contributo dell’Istrevi e di oltre 120 co-produttori grazie a una campagna di crowdfunding, La religione della libertà è molto più di un documentario biografico. È un invito a riscoprire l’impegno civile come forma quotidiana di resistenza, un atto di gratitudine verso chi ha saputo insegnare con l’esempio.
Dopo Vicenza, il film sarà proiettato il 20 maggio a Bologna e il 21 giugno a Lizzano in Belvedere, dove un cippo ricorda il luogo della morte di Giuriolo. Seguiranno nuove tappe in tutto il territorio nazionale.