A tutti gli escursionisti è certamente capitato, arrancando su qualche sentiero alpino particolarmente impegnativo, di posare lo sguardo su qualche piccolo arbusto di rododendro e notare tra fiori, foglie e rametti, quella pallina (dalla forma spesso irregolare), dal colore variabile tra il giallo, il verde e il rosso, talvolta un po' più piccola, talvolta un po' più grande. E forse qualcuno si sarà anche chiesto cosa fosse.
Ebbene si tratta di quelle che vengono definite “galle” e sono presenti su tanti altri alberi e arbusti. Le galle sono delle formazioni generate nelle piante generalmente dall’interazione con un insetto, che solitamente in stagione primaverile inietta nei giovani tessuti della pianta il suo uovo e una sostanza che induce la pianta a generare appunto questa formazione, che costituisce poi la casa e il nutrimento della larva di insetto che in esso si svilupperà.
Ecco quella del rododendro è una galla solo che a generarla non è l'interazione della pianta con un insetto, ma l'interazione della pianta con un fungo, e precisamente con il fungo Exobasidium rhododendri. I più curiosi magari, avvicinandosi, avranno anche toccato l’escrescenza, e se qualcuno lo avesse annusata si sarà certamente reso conto che questa sa proprio di fungo, a riprova della sua natura. La sua superficie esterna risulta finemente tomentosa, la carne è piuttosto succosa e la forma quanto mai irregolare. Dato che quando si entra nella categoria funghi (che non mancheremo di indagare in questa piccola rubrica) l’interesse di tutti va in primo luogo alla commestibilità, ci dispiace chiudere questa prima “pillola di bosco”, precisando che il “fungo del rododendro” non ha alcun valore alimentare, resta una bella ornamentazione che contribuisce ad arricchire l’ambiente alpino di colore.
Rododendro © Andrea Greci