Casa Walser © Wikimedia CommonsLe comunità Walser, discendenti di popolazioni provenienti dall'Alto Vallese e insediate nelle Alpi da oltre 700 anni, hanno presentato a Formazza la "Carta dei Valori Walser". Questo documento, frutto di un intenso lavoro collettivo, propone dieci principi fondamentali per promuovere uno sviluppo sostenibile e rispettoso delle tradizioni nelle terre alte.
La Carta affronta temi importanti come il contrasto allo spopolamento, la salvaguardia della biodiversità, la tutela del paesaggio storico e la promozione di un turismo che rispetti le risorse naturali. Uno degli aspetti sottolineati riguarda l'economia di pace, che enfatizza filiere corte e circolari, ottimizzando le risorse naturali senza sfruttare manodopera sottopagata.
I Walser
I Walser sono una popolazione di origine germanica, giunta nelle Alpi nel Medioevo dall’Alto Vallese (Svizzera). Da oltre 700 anni, queste comunità si sono insediate ai piedi del Monte Rosa, sviluppando tecniche agricole, costruttive e di allevamento perfettamente integrate con l’ambiente montano. Oggi, la loro eredità è ancora visibile nelle architetture tradizionali, nei dialetti e nelle pratiche agricole che valorizzano le risorse locali senza comprometterne l’equilibrio.
Pietro Bolongaro, agricoltore e allevatore di Rima, uno dei più piccoli borghi walser del Piemonte, è tra coloro che stanno recuperando queste antiche tecniche. La coltivazione di varietà autoctone, l’uso di fertilizzanti naturali e la gestione collettiva degli alpeggi sono solo alcune delle pratiche che rendono questo modello agricolo un esempio di economia sostenibile. “Siamo custodi del territorio e vogliamo offrire un’accoglienza consapevole a chi lo visita, trasmettendo la spiritualità della natura e della nostra storia” afferma Bolongaro che a giugno inaugurerà un agriturismo ispirato ai principi della Carta.
I principi della Carta e il futuro delle comunità Walser
Tra gli ideatori del documento figura Riccardo Carnovalini, fotografo e camminatore, che ha contribuito alla creazione del Walserweg, un itinerario di 153 chilometri attraverso i borghi storici walser. Secondo Carnovalini, la Carta è nata per preservare un sapere secolare e renderlo attuale di fronte alle sfide contemporanee, come il cambiamento climatico e il turismo di massa. "Il futuro della montagna non può basarsi solo sul turismo, ma su un’economia locale che valorizzi le risorse senza esaurirle", sostiene Carnovalini.
Uno dei concetti chiave del decalogo è l’economia di pace, fondata su filiere corte, uso consapevole delle risorse naturali e gestione sostenibile dei pascoli e delle foreste. Un’economia che non sfrutta la manodopera sottopagata e che rispetta i limiti imposti dall’ambiente, come facevano i coloni walser nel Medioevo, quando adattavano le loro attività alla disponibilità delle risorse naturali.
Un paesaggio modellato dall’uomo e dalla natura
Il paesaggio walser è il risultato di secoli di armonia tra l’uomo e l’ambiente. Muretti a secco, boschi curati, pascoli e abitazioni tradizionali testimoniano una cultura che ha saputo integrare la presenza umana senza stravolgere l’equilibrio naturale. Le case walser, con la loro struttura in pietra e legno, sono esempi di bioarchitettura ante litteram: il calore della stalla e della cucina riscalda gli ambienti superiori, garantendo un’ottima coibentazione e un consumo energetico minimo.
Un altro elemento distintivo è lo Stadel, il tipico fienile walser, progettato per proteggere il raccolto dai roditori grazie a pilastri con dischi in pietra, i "miischplatta". Questi edifici rappresentano la capacità delle comunità alpine di adattarsi alle difficili condizioni di alta quota con soluzioni ingegnose e sostenibili.
Un messaggio per il futuro
La Carta dei Valori Walser si ispira all’articolo 9 della Costituzione Italiana, che tutela il paesaggio e il patrimonio culturale, e ai principi delle convenzioni internazionali per la salvaguardia dell’ambiente e delle tradizioni locali. Il documento rappresenta un invito a ripensare il rapporto tra uomo e montagna, superando la logica dello sfruttamento a breve termine a favore di una visione di lungo periodo, basata sulla cooperazione e sul rispetto dell’identità storica.
Nelle parole di Carnovalini, emerge il vero senso del progetto: "Nelle riunioni con le comunità Walser è emerso il senso del bello, l’armonia con i luoghi, la cooperazione, la solidarietà tra le persone, l’accoglienza. Valori antichi, da riscoprire e coltivare per affrontare le sfide del nostro tempo".
Le comunità Walser dimostrano che è possibile conciliare innovazione e tradizione, garantendo un futuro alla montagna senza sacrificare la sua anima. Un modello che può ispirare non solo le valli alpine, ma tutte le aree interne che lottano contro lo spopolamento e la perdita di identità.