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L'UNESCO ha incluso nella lista della “memoria mondiale” il fondo archivistico gestito dalla Fondazione Wielki Człowiek intitolato L'eredità di Jerzy Kukuczka – documentazione fotografica delle spedizioni in alta montagna. L'elenco comprende i documenti e le collezioni più preziosi di particolare importanza per il patrimonio culturale e la tradizione polacca. Grande merito va al figlio Wojtek e alla moglie Cecylia, che hanno negli anni curato personalmente tanto l'archivio quanto il museo.
Ne abbiamo parlato con Mario Corradini, che ha frequentato a lungo Jerzy e che ha curato insieme a Luca Calvi il libro Il mio mondo verticale, dedicato al grande alpinista. «Ho tanti ricordi suoi, di quando veniva al Trento Film Festival e si fermava a dormire da me. Uno degli ultimi è proprio dell'anno del Lhotse, quando gli regalai sei bottiglie di vino bianco. Non so dire se siano mai arrivate in Polonia, ma ricordo che se le portò via tenendole in braccio, se le cullava come fosse un bambino. Era un gran bevitore. Mi ricordo che con la scusa che nelle cucine al campo base l'igiene era relativa, dicevano sempre che bisognava disinfettare...».
L'alpinismo di Kukuczka era coraggioso, originale, lontano dal desiderio di ottenere un riconoscimento. «Non sono stati solo la mancanza di soldi e mezzi a impedirgli di raggiungere la corona di re degli Ottomila. Lui voleva tracciare le sue vie, era ostinato, determinato senza compromessi. Mi ricordo sempre che li diceva: abbiamo pagato il permesso, non andiamo via senza la cima. Non sarebbe stato da solo sulla cima del Makalu se non fosse stato così. Quando tutti andarono via per il brutto tempo, lui rimase e alla fine la fortuna fu dalla sua parte. Ma che coraggio».
Il patrimonio fotografico di Kukuczka sarà incluso nella lista dell'Unesco con una cerimonia ufficiale di assegnazione del riconoscimento, che avverrà il 26 giugno presso il palazzo del governo polacco alla presenza delle massime autorità. Il riconoscimento è solo un piccolo tributo per un alpinista che è arrivato secondo solo per i fanatici dei record, ma che con la sua personalità invece ha fatto capire a tutti quanto sia importante per ognuno trovare la propria via in montagna. «D'altronde lui in patria è un vero eroe. È stato il primo di una serie di alpinisti di grandissimo valore, che hanno dato lustro a quell'alpinismo per un decennio, come Wielicki. A Kukuczka in Poloia sono state dedicate 14-15 scuole e non so quanti monumenti, il suo museo è visitato da migliaia di persone».