L'ultimo alpinista

Chi è stato il primo alpinista? 

Per convenzione si considera che l’alpinismo sia nato l’8 agosto 1786, quando il medico M.C. Paccard e il cercatore di cristalli J. Balmat salirono il Monte Bianco, nell’ambito di una spedizione manovrata dallo scienziato ginevrino H.B de Saussure. Per alpinismo, va specificato, si definisce l’arte di salire le montagne con difficoltà tecniche non contemplate dal semplice escursionismo (rocce, ghiacciai, alta quota, ecc.).

In realtà molte salite antecedenti possono essere considerate alpinistiche, avventure portate a termine da cacciatori di camosci che si spingevano su territori alpini inviolati.

Ma chi sarà l’ultimo alpinista?

Non lo sapremo mai e la domanda è posta solo per provocare una serie di ragionamenti. Sarebbe da riformulare in “fin quando la montagna ci lascerà sulle sue cime?”. È proprio questa la questione. I cambiamenti climatici attuali stanno già rendendo inaccessibile molte alture. Le rocce instabili liberate dai ghiacciai in scioglimento non sono più percorribili e i pericoli oggettivi sconsigliano classiche salite, effettuabili oramai solo in condizioni invernali, quindi con logiche e difficoltà differenti.

Un’altra questione è quella che ci porta alle “grandi montagne” del Karakorum e dell’Himalaya. Ha ancora senso parlare di alpinismo nel senso oroginario del termine? Basta pagare e agenzie turistiche portano chiunque in alta quota, noncuranti della preparazione fisica e soprattutto dell’etica dei comportamenti che l’alpinismo vero dovrebbe sempre tener a mente.

I ghiacciai dell'Ortles, sulle Alpi centrali, si stanno ritirando e di conseguenza la salita su questa montagna diviene sempre più faticosa @Denis Perilli

I veri confini dell’alpinismo si stanno quindi spostando sia geograficamente (per scalare cime dovremmo, forse, andare in luoghi della Terra più freddi?) che culturalmente (fino a dove ha senso parlare della “nobile arte dell’alpinismo”?). 

Ciò che è certo è che si dovrà lavorare per studiare e progettare un “nuovo modo” di andare per monti. Sia l’escursionismo base che le discipline più tecniche dovranno, per forza di cose, iniziare a tener conto di tutte queste variabili, sia nel tentativo di ridurre gli incidenti in quota (sempre più numerosi), sia per evitare la demonizzazione della montagna che inevitabilmente occupa le testate giornalistiche ogni qual volta accade una disgrazia, indipendentemente dal fatto che siano coinvolti turisti sprovveduti o escursionisti/alpinisti esperti.