L'oro d'alta quota

L'oro del Lago Nambino, nel Parco Naturale Adamello-Brenta @Simona Bursi

È materialmente impossibile pensare ad un autunno sulle terre alte senza che baleni in testa il meraviglioso spettacolo che i larici regalano in questa stagione. Nella flora spontanea italiana ed europea i larici sono le uniche conifere le cui foglie non sono persistenti, ovvero non sono sempreverdi, ma cadono nei mesi freddi, tingendo d’oro interi versanti montani.

Nel nostro Paese questa pianta costituisce un relitto glaciale, essendo scesa verso sud durante le glaciazioni e poi risalita in altitudine sulle montagne. Sulle Alpi, infatti, quest'albero predilige le alte quote, raggiungendo e superando i 2600 m sopra il livello del mare nelle Alpi Occidentali. È una specie pioniera alla quale la gente di montagna riserva da sempre un affetto particolare. 

Dovete sapere che vi sono anche tante leggende che hanno come protagonista il larice. Una delle più famose narra che questa conifera apparve sulle Dolomiti quando Rèi de Rajes (il “Re dei raggi”), sovrano di un antico regno che sorgeva alle pendici del Monte Antelao, sposò un’ondina, una delle bellissime creature femminili che animano i torrenti dolomitici. Si racconta che la sposa ricevette in dono così tanti fiori e così tante piante da indurre due nani a inventare un albero fatto con tutte quelle specie. Così nacque il larice, una pianta che racchiude la bellezza di tutta la vegetazione alpina, con l’aspetto di una conifera ma con le foglie aghiformi caduche come le latifoglie. Merisana (così si chiamava la bella ondina) per difenderlo dal freddo, lo ricoprì con il suo lungo velo, che iniziò a germogliare trasformandosi in ciuffi di muschio che, anche oggi, sono visibili sui rami durante l’inverno. 

Larici e Antelao, calde cromie sulle Dolomiti Cadorine @Denis Perilli

Al di là delle leggende e del folklore, e senza nulla togliere agli altri rappresentanti della flora alpina, siamo certi che il larice sia l’albero che, più di ogni altro, incarni la bellezza, il fascino indiscusso, lo spirito e le emozioni, la ruvida saggezza, il prezioso valore e il richiamo delle Alpi. Impariamo a riconoscerne il valore quando abbiamo la fortuna di camminargli accanto durante le nostre escursioni in montagna. 

Contrasti autunnali al Lago d'Anterselva, in Alto Adige @Simona Bursi