L’Umbria degli altopiani meno conosciuti da scoprire con il Sentiero Italia

La tappa che collega Colfiorito a Bagnara non attraversa valli famose e non raggiunge cime imponenti, ma permette di compiere un viaggio profondo nel cuore dell'Appennino.
Paesaggi agrari, nei terreni viene coltivata la famosa patata rossa di Colfiorito e molti legumi. © Marta Zarelli

La sezione della catena appenninica denominata Umbro-Marchigiano è caratterizzata dall’essere per la maggior parte sul confine tra le due regioni Umbria e Marche. Ne rappresenta lo spartiacque naturale, una lunga dorsale carbonatica che è dominata a sud-est da Monti Sibillini per proseguire, con un susseguirsi di cime che si sviluppano in direzione nord tra gli 800 e i 1700 m, raggiungendo la massima elevazione nel Monte Catria (1710 m). Il versante tirrenico di questo tratto d’Appennino ospita importanti bacini intramontani, tra cui i famosi altopiani di Castelluccio di Norcia e di Santa Scolastica. La palude di Colfiorito e il sistema dei piani limitrofi, più a nord, segnano il passaggio tra l’area dei Monti Sibillini e la sezione centro-settentrionale di questo tratto della catena, meno conosciuta ma non per questo meno suggestiva. La presenza di sette conche tettonico-carsiche, denominate Altopiani di Colfiorito, contraddistingue questo tratto di Appennino. Sono depressioni che rappresentano il fondo di antichi bacini lacustri prosciugatisi per opere di bonifica e costituiscono un unicum per le caratteristiche geomorfologiche e per gli aspetti idrogeologici, storico-paesaggistici, paleo ambientali, botanici, zoologici e agronomici. I pianori sono circondati da diversi rilievi montuosi, che non superano altitudini rilevanti e culminano nei 1571 metri del Monte Pennino. Quello che sorprende quando ci si avvicina è la vastità di ambienti naturali scarsamente antropizzati. Piccole frazioni arroccate sui pendii naturali e campi arati a perdita d’occhio. 

La palude di Colfioritio e gli altipiani che la circondano, panorama verso sud. © Marta Zarelli

Tra la valle umbra del fiume Topino nel comune di Foligno e la valle del Fiume Chienti in provincia di Macerata si trova Colfiorito, un luogo ricco di natura e di storia e punto di partenza della tappa del Sentiero Italia che conduce a Bagnara. A testimoniare la ricchezza storica di questo luogo il MAC (Museo Archeologico di Colfiorito), inaugurato nel 2011. Il museo ospita reperti che raccontano la civiltà plestina dalle origini alla romanizzazione e testimoniano l’inserimento di Plestia nell’ampia trama di scambi culturali tra Etruria e Grecia. Il sistema degli altopiani di Colfiorito rappresenta infatti, fin dalla preistoria, un punto nodale della comunicazione tra il Mar Tirreno e il Mare Adriatico quando ancora era presente il Lago di Cassicchio. Del lago, bonificato dai signori Varano di Camerino tra il 1458 e il 1464, con la costruzione dell’opera idraulica che prende il nome di botte dei Varano, non rimane che una zona umida a nord-ovest di Colfiorito, protetta dalla Convenzione di Ramsar e divenuta nel 1995 il più piccolo parco regionale dell’Umbria. L’area protetta comprende la palude, la parte umbra del Piano di Colfiorito e il rilievo di Monte Orve (926 m). La palude, che si incontra nella prima parte della tappa, rappresenta il sistema naturalistico più importante del parco. Il bacino è interessato da fenomeni carsici sotterranei che si manifestano in superficie con la presenza di alcuni inghiottitoi, da cui le acque che alimentano lo specchio d’acqua, principalmente di origine meteorica, defluiscono nel sottosuolo. La vegetazione è sostituita da numerosi ambienti umidi che si distribuiscono in base
alla profondità dell’acqua, all’umidità del suolo e alla durata del periodo di inondazione. Tra la vegetazione aquatica si trova la ninfea bianca e il millefoglio d’acqua, notevole la presenza della cannuccia di palude e della scagliola palustre. Dal punto di vista faunistico, la presenza costante dell’acqua garantisce la vita di pesci, anfibi e rettili che costituiscono il principale alimento degli ardeidi e degli altri uccelli acquatici. Attraversata la zona della palude si procede verso nord in direzione di Cassignano, immergendosi nella conca pianeggiante dell’altopiano di Annifo dapprima su comoda strada bianca e poi tra i campi. A ovest il Piano di Arvello prende il nome dalla piccola frazione di poco sopra al livello del piano. Quest’area usufruisce di condizioni ottimali, quali la ricchezza d’acqua, la fertilità e l’altitudine dei terreni, per lo sviluppo di alcune coltivazioni e per la pratica dell’agricoltura biologica. Fiore all’occhiello di questo territorio è la patata rossa di Colfiorito, non da meno sono lenticchia, farro, fagioli, ceci e cicerchie.

Nella cerreta sopra Bagnara, dove ancora lavorano i mulari e i loro animali, utilizzati per portare la legna tagliata in paese. © Marta Zarelli

Superato il piccolo centro di Annifo si procede attraversando alcune frazioni e su sentieri immersi tra boschi di roverelle fino ad immettersi nella vista del Piano di Collecroce. La pista sterrata domina dall’alto il piano dei campi coltivati e regala un panorama privilegiato sulla piccola frazione di Collecroce, sul Monte Acuto e il Monte Pennino. Collecroce è il confine naturale con la valle del Topino e il territorio del comune di Bagnara. Una graduale discesa favorisce un’immersione in un bel bosco misto di cerri, aceri e carpini neri fino a giungere nei pressi delle Sorgenti del Topino e alla Fontana del Pellegrino, alle porte di Bagnara, dove troviamo incise le parole di Dante Alighieri “Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto dal Beato Ubaldo fertile costa d’alto monte pende” del Canto XI del Paradiso.

Scopri la tappa N08 del Sentiero Italia Cai da Colfiorito a Bagnara.

 

Bagnara © Marta Zarelli