Ugo De Amicis [attr.] Guido Rey, guardando il Cervino dalla nuova capanna degli Jumeaux, post 1910, stampa alla gelatina bromuro d’argento. © Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino.Visitabile dal 18 aprile al 19 ottobre 2025, la mostra allestita dal Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” di Torino propone una riscoperta della figura di Guido Rey, protagonista assoluto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento nel mondo dell’alpinismo, della fotografia e della letteratura.
Il titolo della mostra si sofferma sul termine amateur, oggi spesso frainteso, ma che nell’epoca di Rey indicava chi coltivava un’attività per puro amore e passione. In questa accezione, l’essere dilettante rappresentava una libertà creativa: Rey si muoveva tra scrittura, disegno e fotografia con sguardo curioso e personale, lontano dagli obblighi della quotidianità e vicino a un sentire più profondo.
“Agli obblighi e al tedio della vita cittadina», spiegano i curatori Mattia Gargano e Veronica Lisino, «Rey opponeva il conforto dell’esperienza alpina e l’intimità delle scene famigliari, immortalate nelle sue fotografie pittoriche”.
Figura centrale per il Club Alpino Italiano, Rey è stato uno degli scrittori italiani di montagna più tradotti prima dell’avvento di Walter Bonatti. Legato in particolare al Cervino – su cui salì più di cinque volte – pubblicò nel 1904 un’opera che contribuì alla costruzione del mito della montagna. La sua fama si è alimentata anche grazie alle sue fotografie e a quelle del cugino Vittorio Sella, con cui condivise passioni e salite.
La mostra nasce dal riordino del fondo Guido Rey – conservato al Centro Documentazione del Museomontagna – e da nuove ricerche che restituiscono un’immagine aggiornata e poliedrica. Attorno a un cuore biografico si sviluppano quattro sezioni dedicate alla letteratura alpinistica, alla fotografia di montagna, alla fotografia tra montagna e pittorialismoe alla fotografia pittorialista. I percorsi non sono rigidi, ma connessi tra loro, permettendo un’immersione completa nello sguardo di Rey, «pieno di visioni e di ardimenti».
“Questa mostra ha l'obiettivo di riconsiderare Rey", dichiarano i curatori, "liberandolo da vecchi schemi. Come scrisse Ugo De Amicis, suo compagno di cordata e figlio del celebre autore di Cuore, pensare che sensibilità artistica e spirito d’azione siano inconciliabili è un pregiudizio. La loro integrazione è, invece, una ricchezza”.
Il percorso espositivo si arricchisce di materiali originali: fotografie, attrezzature alpinistiche, schizzi, lettere, riviste, apparecchi fotografici e documenti provenienti anche da enti prestatori come l’Associazione per la Fotografia Storica, la Biblioteca Nazionale CAI, il Centro Italiano per la Fotografia CAMERA, la Fondazione Sella di Biella e la Società Fotografica Subalpina.
Ad accompagnare la mostra un catalogo bilingue (italiano/inglese), con testi dei curatori e specialisti, un ampio apparato iconografico e schede storico-critiche su ascensioni, mostre fotografiche e pubblicazioni.
Nella stessa occasione, il Museomontagna presenta il progetto Disparition dell’artista marsigliese Sibylle Duboc, in collaborazione con Mucho Mas! e nell’ambito del festival fotografico EXPOSED. Frutto di una residenza tra il Musée des Merveilles di Tenda e Torino, il progetto si concentra sull’impatto delle attività umane sui ghiacciai alpini, con una scultura al piano terra e un lavoro fotografico sulla terrazza panoramica del Museo.
Infine, sarà annunciata l’acquisizione dell’Archivio Giuseppe Ghedina, donato nel 2024 dagli eredi della storica dinastia di fotografi di Cortina d’Ampezzo. Composto da oltre 22.000 fototipi, pellicole e apparecchi fotografici, sarà consultabile su prenotazione al termine del lavoro di riordino, grazie al contributo della Regione Piemonte.
“Le attività in avvio ad aprile sono una chiara fotografia della strategia del museo”, afferma la direttrice Daniela Berta, "incentrata sulla valorizzazione della documentazione storica, l’indagine sui temi contemporanei della montagna, l’incremento del patrimonio e la promozione della memoria come strumento di cittadinanza".