© Facebook Banff Culture CollectiveLaghi montani prosciugati; animali silenziosi e solitari; abitanti delle terre alte; eventi folkloristici legati alla montagna; sport o mestieri da fare in alta quota. Questi, e tanti altri, possono essere i soggetti del concorso di fotografia Banff Mountain Photo Essay, quest'anno alla XX edizione. Obiettivo del concorso è raccogliere ed esporre saggi di fotografia sulla montagna con cui raccontare storie legate ad essa. Il concorso fa parte dei programmi di Mountain Culture del Banff Centre of Arts and Creativity, con sede centrale ad Alberta, Canada. Tra i progetti, anche il Banff Film Festival.
Regolamento
Le foto devono essere inviate entro il 5 maggio sulla pagina dedicata del sito di Banff. Fotografi professionisti o amatoriali possono partecipare con i loro reportage, presentando un minimo di tre e un massimo di cinque foto, che raccontano una storia che abbia a che fare con la montagna. Tra le sottocategorie ammesse ci sono cultura, avventura, fauna, sport, ambiente e storia naturale. Le immagini devono essere state scattate tra il 2024 e il 2025. In palio, un premio in denaro di 3000 dollari canadesi, pari a circa 2000€.
Valutano le opere un comitato di selezione e una giuria internazionale. Il vincitore sarà annunciato a giugno 2025 e le sue foto saranno esposte nelle mostre del Banff Centre Mountain Film and Book Festival del 2025, che si terrà in Canada dal 1° al 9 novembre, insieme alle opere degli altri finalisti, nonché sui siti e social dell'organizzazione.
Ogni immagine deve avere un suo significato, che si possa evincere ed interpretare separatamente dalle altre del reportage; tutte insieme devono raccontare la storia presentata al concorso. Ogni partecipante può inviare più di un saggio fotografico, facendo attenzione a distinguere i titoli in modo che non si confondano le opere.
Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito del Banff.
Edizione precedente
L'edizione 2024 del concorso è stata vinta da Peter Mather, con un reportage intitolato “Fantasmi di Montagna”: “il territorio dello Yukon in Canada è una vasta area selvaggia, con popolazioni di animali selvatici sorprendetemente basse. (…) I predatori e gli animali da pelliccia del Nord sono anche generalmente molto timidi a causa della caccia e della cattura. Ciò crea la sensazione nel Nord, che molti animali siano fantasmi, li vediamo raramente, il più delle volte troviamo segni di animali di passaggio nella neve”.
La menzione speciale della giuria del 2024 è invece andata ad Adolfo Mesias, per il suo reportage “Attraverso le nuvole e tra le montagne solitarie”: “a oltre 4800 metri sul livello del mare, in un villaggio quasi estinto dove il confine tra Cile e Bolivia si confonde, una silenziosa famiglia Aymara coltiva la terra per sopravvivere. Si dice che l'ultimo bambino sia nato più di 25 anni fa e ora, con meno di sette abitanti, la figlia deve decidere se continuare la tradizione di famiglia restando a vivere nel villaggio o se andarsene per vivere nella grande città”.