Valle Adamé © Mik2001.Wikimedia CommonsCosa spinge un uomo a percorrere 800 chilometri in 50 giorni e 60.000 metri di dislivello lungo le 60 tappe lombarde del Sentiero Italia CAI? È quello che mi sono chiesto quando, percorrendo la tappa D26S dal Rifugio Colombé al Rifugio Città di Lissone nell’area del Gruppo dell’Adamello per scrivere la guida della Lombardia del Sentiero Italia CAI, ho avuto il piacere di incontrare Ugo Ghilardi, escursionista di grande esperienza e capacità che, nella sua vita, ha macinato sotto i piedi migliaia di chilometri camminando e pedalando lungo tutto il territorio nazionale.
Classe 1957, nato a Nembro (BG), uno dei paesi lombardi che più ha subito il trauma del Covid-19, coniugato e con due figlie, Ugo Ghilardi esprime in uno sguardo e nelle parole la semplicità e la bellezza del camminare per le “terre alte”, affrontando salite, discese e traversate nella solitudine e pace della montagna, con solo le vette e la natura come unico spettatore. Quel giorno di luglio anche io camminavo da solo lungo il “Sentiero dei tre fratelli”, poco frequentato e men che meno durante la settimana, tant’è che mi aspettavo di vedere qualche capriolo, e invece incontro Ugo che con passo lesto mi raggiunge provenendo direttamente da Capo di Ponte, in Val Camonica.
Due parole e ci riconosciamo, dato che casualmente ci eravamo sentiti per telefono un paio di settimane prima mentre percorreva la tappa dall’Alpe Cainallo alla vetta della Grigna Settentrionale nel lecchese. Percorriamo insieme il resto della tappa, condividendo un bel momento di compagnia che a entrambi non poteva che fare piacere dopo giorni di solitudine e silenzio fra i monti. Iniziamo a parlare e Ugo si racconta.
Il Lago d'Arno © Roberto Ciri“Durante la mia “clausura” ho avuto parecchio tempo per riflettere sulla solitudine, la sofferenza, la speranza e la capacità di adattamento. Queste le parole chiave che hanno dato vita al mio progetto “UN PASSO ALLA VOLTA 2020”. Al termine del periodo di lockdown mi reco immediatamente a fare il famoso tampone. Negativo! Lo zaino è già pronto. Partenza in solitaria agli inizi di luglio per poi far ritorno a fine agosto, rigorosamente a piedi, e come unico mio compagno di viaggio il mio fedele zaino. Di fronte a me un percorso di 800 km, 60.000 m di dislivello e una sessantina di tappe lungo il Sentiero Italia CAI Lombardia. Una scelta fatta con il desiderio di omaggiare, in questo mio percorso, tutte le persone che come me hanno sofferto questa situazione.
Inizio il mio percorso da Luino (Lago Maggiore) seguendo i sentieri che si snodano fra le boscose ondulazioni delle Prealpi varesine e comasche dalle quali si scorgono gli ambienti dei grandi laghi (Maggiore, Lugano e Como) per poi attraversare le guglie dolomitiche delle Grigne e quindi spostarsi sulle Prealpi orobiche con i suoi grandi spazzi, gli alpeggi e le meravigliose vette. Attraverso le Prealpi bergamasche giungo in Valle Camonica per proseguire sull’alta Via dell’Adamello incontro paesaggi stupendi fra laghi alpini e ospitali rifugi. Montagne che parlano della Grande Guerra e di uomini, con musei e trincee, in un ambiente alpino severo e maestoso. Arrivo poi al Parco Nazionale dello Stelvio, dove un magnifico esemplare alato si lascia scorgere nel cielo limpido, l’aquila, il simbolo del Club Alpino Italiano. Il 4 agosto mi ritrovo al Passo di Gavia (2.621m), dove per la prima volta quest’anno calpesto neve fresca lambendo i ghiacciai dei Forni e quelli del Gran Zebrù e inoltrandomi nella medesima valle fino alla Val Furva, verso i laghi del Cancano. Toccando le sorgenti dell’Adda e la Val Alpisella giungo a Livigno.
Proseguendo, la sorpresa è stata la Val Viola, la Val Dosdè e la Valgrosina, alpeggi incredibili e mai visti, io che ne ho viste parecchie di località, che mi fanno pensare che non c’è mai fine allo splendore. È poi la volta della meravigliosa Val Fontana con l’accogliente bivacco non costudito Cederna-Maffina e, sotto al Piz Bernina, il Rifugio Marinelli Bombardieri in un grandioso ambiente d’alta montagna. Da lì ho avuto modo di trovare compagnia presso i rifugi Elia Longoni e Gerli Porro all’Alpe Ventina, dove ho scambiato racconti di escursioni e di viaggi con diversi escursionisti. Seguono momenti di chiacchiere, ricordi e risate accompagnate da del buon vino locale all’ombra del Monte Disgrazia (3.678m), dove, nel costeggiarlo imbocco l’impervio Sentiero Roma e ammiro dall’alto la Val di Mello e la Val Masino ai piedi del Pizzo Badile, per poi scendere in Val Codera. Qui la sponda orientale del Lario (Lago di Como) mi accompagna fino al mio arrivo a Como.
Ecco dunque il mio balcone, lungo 800 km, ritrovando le mie parole chiave di solitudine, difficoltà e gioie. Sentimenti che ho voluto portare con me in questo viaggio, dove ogni mio sguardo all’orizzonte rappresentava le finestre e i balconi che durante la nostra “clausura” ci davano l’unica vista verso il mondo esterno. Era un paese fantasma quello che ci si trovava davanti, con affetti mancati, senza la possibilità di un ultimo saluto verso l’ultimo viaggio. A loro ho voluto dedicare questo mio percorso.”
Scopri la tappa D26S del Sentiero Italia CAI da Rifugio Colombè al Rifugio Città di Lissone in Val Adamè.
Incontro presso il Lago d Arno con Ugo Ghilardi che ha percorso tutte le tappe lombarde del SICAI © Roberto Ciri