Incontri di alpinismo. Hermanos Pou: i fratelli più famosi dell'alpinismo mondiale

I due giramondo baschi scalano insieme da trent'anni. Iker: «Prima eravamo complementari, ora io sono migliorato in alpinismo ed Eneko nell'arrampicata sportiva»

Iker Pou risponde al telefono di rientro da un viaggio a Tenerife, dove è stato a fare un po' di surf. Da qualche anno mi capita di intervistare tanto lui quanto suo fratello Eneko, e i due alpinisti baschi sono invariabilmente in partenza o di ritorno da qualche spedizione o viaggio. Anche quest'anno i globerotter dell'alpinismo mondiale (il loro sito, a dicembre 2023, indicava complessivamente oltre 42mila salite in 59 nazioni) hanno aperto alcune vie ai diversi angoli del globo, con risultati e sensazioni differenti.

 

La spedizione alle Torri di Trango non è andata esattamente come da programma.

Abbiamo aperto una via sulla seconda torre, si chiama Waa Shakir (6b, M5, 70°, 2200 metri). È una salita abbastanza facile, ma non era il nostro programma originario. Siamo arrivati un po' presto nel corso della stagione, il tempo è stato quasi sempre terribile. L'idea era di salire una via di ghiaccio, ma proprio non ce n'era. Peccato, lo spot è meraviglioso. Non era la nostra prima volta alle Torri di Trango, nel 2005 avevamo scalato Eternal Flame alla Nameless Tower.

 

Nel 2005, sulla Nameless Tower di Trango © Hermanos Pou

 

In Perù invece siete riusciti a raggiungere il vostro obiettivo.

Abbiamo aperto una via insieme a Micher Quito sulla nord ovest del Ranrapalca. È uno dei posti che preferisco al mondo, la Cordillera Blanca ha un potenziale enorme e in più abbiamo il vantaggio della lingua. Per noi laggiù è tutto semplice. La via si chiama Ya Pe' Cholo (6b, 80°, 1.200 metri). Avevamo già provato a salirla l'anno scorso, ma in quel periodo non eravamo abbastanza forti. L'abbiamo lasciata per quest'anno, finalmente ci siamo riusciti.

 

Tu e tuo fratello avete iniziato a frequentare la montagna in famiglia, ma quando siete diventati autonomi avete fatto subito cordata insieme?

Siamo sempre andati in montagna e nostro padre ci ha iniziato anche all'arrampicata. Mio fratello ha incominciato a scalare un po' prima di me, perché è di tre anni più vecchio. Ben presto mi sono aggregato a lui e ai suoi amici e da lì abbiamo fatto cordata insieme. Lui aveva 17 anni, io andavo per i 15. Per noi l'importante, allora come oggi, era la ricerca dell'avventura. Mi ricordo che prendevamo il treno, i mezzi, andavamo a scalare prima sulle montagne di casa (intorno a Vitoria, ndr), poi abbiamo allargato il nostro raggio d'azione.

 

Cos'è l'avventura oggi?

Per noi è andare in un posto che non troviamo su internet. Di solito facciamo così. Facciamo una ricerca e se non troviamo niente, allora di solito il tarlo incomincia a scavare e iniziamo a ragionare su una possibile avventura.

 

La spedizione in Antartide allo Zerua Peak © Hermanos Pou

 

Quali sono stati gli alpinisti che vi hanno ispirato? 

All'inizio i nomi della tradizione basca, come Antonio Miranda, poi anche scalatori mitici come Wolfgang Güllich.

 

Nel tuo caso Güllich ha segnato un momento importante della tua carriera arrampicatoria.

Eneko è stato più orientato all'alpinismo fin dall'inizio, io invece ho avuto un periodo nel quale ero molto preso dall'arrampicata sportiva. Ma quando sono riuscito a scalare il primo 9a per un basco, ho sentito che ero arrivato un po' al mio limite. Action Directe era un tiro mitico, riuscirci mi ha fatto sentire molto stanco. Non avevo più motivazioni e ho iniziato a guardare alle multipitch.

 

Dopo trent'anni passati a scalare insieme, siete ancora complementari o le cose sono cambiate?

Credo che ci siamo avvicinati. Io sono diventato più bravo sul lato alpinistico, ma anche Eneko è cresciuto tanto nel rock climbing, tanto che è arrivato all'8c, un livello per niente banale dopo i 40 anni.

 

Come siete in parete a livello di intesa? Avete mai discussioni? Chi è il più riflessivo?

Siamo fratelli, e da bravi fratelli discutiamo sempre, per lo più per cose davvero stupide (ride, ndr). Ma siamo molto veloci anche a trovare un punto d'incontro. Lui è più vecchio e ci sta bene nella parte del fratello maggiore. Anche nel corso dell'ultima spedizione ovviamente ci siamo trovati a discutere. Uno voleva salire da una parte, l'altro dall'altra, ma in questo caso c'era un terzo alpinista con noi ed è stato semplice: abbiamo fatto decidere a lui!

 

In arrampicata su El Nino, Yosemite © Hermanos Pou

 

Se dovessi appendere alla parete solo tre foto delle vostre salite, quali sceglieresti?

Difficile, ma...il Cerro Torre, che ha una linea incredibile, così come una foto della spedizione in Antartide e una foto della Nameless Tower. Sono tre icone, montagne con una forma che cattura.

 

In un mondo che ormai deve fare i conti con l'emergenza climatica, dal punto etico come vivete i vostri spostamenti? Secondo te gli scalatori cosa possono fare nel concreto?

È una domanda difficile, cioè, in realtà è difficile rispondere. È vero che al giorno d'oggi tutti vogliono essere dappertutto e anche noi siamo coinvolti in questo. Abbiamo una grande passione per la scalata e non è facile conciliarla con certi comportamenti. Bisognerebbe certamente prendere meno aerei, ma non è facile.

 

La passione per il viaggio rimane quella di una volta?

Devo dire che siamo più tranquilli, nel senso che una volta vivevamo 7-8 mesi l'anno in un van, ora tra un viaggio e l'altro ci piace recuperare a casa. Le energie sono diverse, i tempi di recupero diversi. Ma la passione no, quella è rimasta la stessa.