Le Alpi Apuane, splendida catena montuosa sorta dal mare milioni di anni fa, rappresentano un’eccellenza ecosistemica, naturalistica e paesaggistica d’importanza planetaria; nonché il serbatoio idropotabile più importante – per qualità e capienza – della Regione Toscana.
Il Parco Regionale che dal 1985 le ricomprende – dato che l’attività di escavazione nelle aree naturali protette sarebbe vietata per legge – rappresenta un unicum in negativo nel panorama nazionale e internazionale, e lo scempio che giornalmente si perpetua dentro e fuori i suoi confini, viene considerato uno dei 43 disastri ambientali più emblematici a livello mondiale.
A causa delle miopi politiche ambientali portate avanti – a tutti i livelli – negli ultimi decenni su questo territorio, molti siti estrattivi ormai rinaturalizzati e chiusi da decenni sono stati riaperti o stanno riaprendo, portando ulteriori profitti milionari alla devastante industria mineraria, a discapito della salute delle persone e dell’ambiente.
Sono queste le ragioni che hanno spinto nove associazioni, tra cui il Club alpino italiano, a organizzare, mercoledì 3 luglio alle 16, un sit-in a Firenze, davanti al Consiglio regionale della Toscana (via Cavour, 2), per chiedere alla Regione:
– Un Parco che svolga finalmente la sua funzione di conservazione della natura; un luogo, cioè, dove finalmente le specie animali e vegetali, le peculiarità geologiche, paesaggistiche e microclimatiche, il patrimonio storico e archeologico e gli elementi naturali quali acqua, aria e suolo, siano realmente e compiutamente salvaguardati.
– L’immediato ripristino ambientale – anche alla luce della nuova legge europea in materia (cit. Nature Restoration Law) – di tutti gli habitat compromessi: ad iniziare da quell’ormai dimezzato reticolo idrografico che ha portato alla diminuzione, distruzione e inquinamento, dell’elemento vitale «acqua», che sulle Alpi Apuane rappresenta il bene primario per tutta la popolazione.
– La rapida adozione di un cronoprogramma per un’inderogabile conversione ecologica dell’economia locale, che porti l’industria del marmo fuori dal vicolo cieco dell’estrattivismo in tutto il territorio apuano, con la progressiva chiusura di tutti i siti estrattivi ancora attivi nel Parco e l’incentivazione di un modello economico fondato sul turismo sostenibile, sull’agricoltura biologica, sulla silvicoltura, sulla pastorizia, sull’economia civile e circolare.
Il sit-in, denominato “In piazza per le Alpi Apuane”, è promosso, oltre che dal Cai, da Amici della Terra, Arci, Cipit (Comitato indipendente per la partecipazione, l’informazione e la trasparenza) di Seravezza, Federazione speleologica toscana, Legambiente e Wwf. Hanno aderito Salviamo le Apuane e Comitato Comunità civica della Cappella.