In attesa dell'ultimo raggio

Il passaggio del giorno e il volgere di un anno

 

Ultimo tramonto dell'anno. Dove una settimana fa c'erano diversi centimetri di candida polvere ora resiste solo una scorza dura di neve trasformata o, nei punti più esposti al vento, erba dorata dal colore autunnale. Anche le minime non scendono sotto zero e, ancora una volta, ci si trova nella strana sensazione di vivere “un inverno senza inverno”, come già poco più di un anno fa. Il cambiamento climatico non dà più alcuna garanzia. Tutto può cambiare nel giro di poche ore. 

La magia del sole che cala oltre l'orizzonte rimane comunque intatta e ci fa pensare inevitabilmente al giorno appena passato e a quello che verrà. Un po' come la vigilia di capodanno, che spinge a fare un bilancio dell'anno passato e a fare progetti e buoni propositi per l'anno che verrà.

Stranamente non sono solo ad aspettare che la palla rossa del sole si tuffi nel Mar Ligure. Si scambiano parole, sorrisi e soprattutto silenzi, perché a volte le parole non servono. Che sia proprio ascoltare LA parola per l'anno nuovo? 

Ascoltare il fischio del vento e il crepitio leggero degli spioncelli? ascoltare il rumore dei passi e cercare di renderli leggeri, profondi e consapevoli? ascoltare la montagna che cambia e capire che dobbiamo cambiare anche noi? 

La fredda luce del crepuscolo segue il fremito dell'ultimo raggio. La Pianura è un'ombra estesa e profonda, sul Golfo di La Spezia si accendono le prime luci.