Il valore della biodiversità montana

Il commento della Commissione centrale ambiente montano del Cai sulla dichiarazione della XVI Conferenza delle Alpi sulla Protezione della Biodiversità Montana
Lo scorso 13 gennaio, la Convenzione delle Alpi ha organizzato l’evento virtuale “Mountain Biodiversity Day”, che ha riunito esperti e rappresentanti politici delle regioni montane di tutto il mondo impegnati nel campo della biodiversità montana. I partecipanti all'evento sono partiti da una considerazione: le montagne ospitano una biodiversità unica e forniscono servizi ecosistemici vitali a sostegno del benessere delle persone in tutto il mondo. Allo stesso tempo, sono fortemente esposte a fattori quali il cambiamento climatico, il cambiamento d’uso del suolo, l'inquinamento e molto altro.

Principi di valore universale

«E non dobbiamo limitarci al fatto che questo evento sia stato organizzato dalla Convenzione delle Alpi: i concetti e i principi che sono stati condivisi hanno valore universale e quindi riferendoci a casa nostra anche l’Appennino ne è pienamente coinvolto e rappresentato. Semmai resta il rammarico che dopo ben 25 anni di tentativi, infruttuosi sino ad oggi, l’Appennino non abbia trovato una voce unica con cui parlare alla società civile e con cui accreditarsi come entità territoriale definita verso i decisori politici e verso i cittadini», sottolinea la Commissione centrale tutela ambiente montano. «Spesso alla montagna si associa il termine “marginalità”, oggi è doveroso sostituire questa classificazione con due termini proiettati al futuro: ripresa e resilienza», continua. «A conclusione dell’evento è stata approvata e diffusa una dichiarazione “che, al di là del linguaggio formale, contiene molti spunti e alcune linee di intervento per gli anni a venire», continua la commissione.
Dalla conservazione degli ecosistemi montani alla resilienza degli stessi. Senza dimenticare l’importanza delle aree protette, della connettività ecologica, delle soluzioni basate sulla natura e delle aree di quiete. Infine, un occhio di riguardo alle pratiche attuali di resilienza degli ecosistemi, sviluppate dalle comunità locali e all’esigenza di formulare strategie di adattamento ai cambiamenti climatici d’intesa con quest’ultime. Allo stesso tempo, anche la necessità di una coltivazione agricola ad hoc per salvaguardare i pascoli montani e respingere l’invasione dei cespugli nei pascoli caratterizzati da una notevole biodiversità, nonché la necessità di proteggere habitat rari e sensibili.

Ecosistemi vunerabili

Nel senso di una maggiore attenzione alla biodiversità, la Cctam ricorda che la conferenza delle Alpi invita le parti contraenti della Convenzione delle Alpi a sostenere l’integrazione delle montagne come ecosistemi vulnerabili nelle strategie e nei piani d’azione nazionali e nei negoziati in corso riguardo al quadro globale. Senza dimenticare il supporto degli interventi finalizzati alla protezione e al ripristino della biodiversità e il sostegno delle  aree protette alpine nuove ed attuali. «Su questi valori si può e si deve agire in prospettiva per assicurare a tutta la montagna uno sviluppo effettivamente sostenibile che può certamente garantire ripresa e resilienza», ricorda ancora la Cctam Infine uno sguardo più in generale sullo sviluppo sostenibile. Non può sfuggire il nesso fra l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e le politiche che la Commissione Europea ha varato all’interno del Green Deal. Uno dei suoi dichiarati obiettivi è quello di preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità, in quanto forniscono servizi essenziali quali cibo, acqua dolce, aria pulita e riparo. «A ciascuno la responsabilità di adottare comportamenti, compiere scelte e attuare programmi coerenti con gli obiettivi definiti e condivisi», conclude la commissione.