Il Sentiero Italia sulla Catena Costiera

In cammino nella faggeta © Luigi Zaccaro

Forse avrei dovuto scrivere della Sila e dei suoi prati, dei suoi boschi, della gente che la abita. Non sono proprio un “silano doc”, non vivo sull’altopiano (abito da sempre in un piccolo borgo della Presila Cosentina), ma è in Sila che ho fatto le mie prime scoperte, dove ho percorso i sentieri e dove ho capito quanto sia importante stabilire un rapporto corretto, quasi simbiotico, con il territorio e l’ambiente in cui si vive. Ma è da quando sono nato che, tutti i giorni, dal balcone di casa, volgo lo sguardo ad ovest e ho davanti a me quella teoria di creste e cime che formano la “Catena Costiera Cosentina”.  Ed è questo il luogo che ha da sempre stuzzicato la mia curiosità: andare in Sila era facile, prendevo il treno (la stazione delle Ferrovie Calabro-Lucane – ora in completo abbandono - è a 100mt da casa) e andavo per prati e boschi…ma la “Serra ‘e Paola” (così viene chiamata la Catena Costiera Cosentina) era lì, a sfidarmi, a chiamarmi. Così, appena ho potuto, ho fatto il salto: sono andato ad ovest e l’ho “camminata”. Ho scoperto un mondo nuovo, un luogo sospeso, ad uno sputo dal mare, ad una quota costante di circa 1000 metri. E qui passa il Sentiero Italia, filo rosso che unisce l’Italia.

Montecocuzzo © Luigi Zaccaro

Parto da Piano Lago, un luogo anonimo nei pressi di uno svincolo autostradale della A2. È sui 650mt e da qui inizia la salita del SICAI verso la Catena Costiera; è un tratto anonimo che si percorre per buona parte su strada, ma è il preludio ad uno scenario unico che si apre appena si arriva nei pressi di Montecocuzzo che, con i suoi 1650mt è la sua cima più alta. Da qui si gode una vista a 360° su gran parte della costa Tirrenica calabrese: lo sguardo corre da capo Palinuro fino al promontorio di Tropea e, nel suo scorrere, incontra le isole Eolie, fino ad avvistare (nelle giornate terse) l’Aspromonte e l’Etna. Uno spettacolo da “prima fila” per spettatori esigenti che si vogliono nutrire con gli occhi del cuore e dell’anima.

Le Isole Eolie da Montecocuzzo © Luigi Patitucci

Vado ancora a nord, verso il Passo della Crocetta, valico che evoca ricordi lontani quando, non essendoci ancora la SGC Paola-Crotone, per godere una giornata di mare si doveva percorrere una statale tutta curve che, dopo un travagliato viaggio di ore, ci consentiva di piantare l’ombrellone sulla spiaggia di Paola (oggi si raggiunge in treno da Cosenza in meno di 25 minuti e in auto in 40).  
Paola è la cittadina che ha dato i natali a San Francesco di Paola (appunto), Santo Patrono della Calabria e che sulla sua vita e sul suo pellegrinare sono stati costruiti vari “cammini” che in alcuni punti della Catena Costiera incrociano il SICAI; come alla “Croce di Paola”, valico per i pellegrini che percorrono il Cammino di Francesco, inizio della discesa verso il Santuario di San Francesco a Paola e punto di riferimento per chi percorre il Sentiero Italia. È un luogo magico, intriso di spiritualità e struggente bellezza, immerso in una faggeta di alto fusto che avvolge la statua del Santo e il Sentiero ma che a tratti lascia intravedere panorami sul Tirreno e la sua costa puntellata di piccoli borghi marinari. Più in là, a nord, prima di entrare nell’Orsomarso e nel Parco del Pollino, il SICAI attraversa un’area SIC: il complesso dei laghi di Fagnano, gli unici in Calabria di origine naturale; qui, con il cambiare delle stagioni, cambiano i colori e le sensazioni Ecco, è questo il SICAI sulla Catena Costiera, una bretella che unisce l’Altopiano della Sila al Pollino, un cammino sensoriale che si percorre in sintonia con l’ambiente e con se stessi, al ritmo degli elementi della natura.

Scopri la tappa U23 del Sentiero Italia sulla Catena Costiera Cosentina.

Veduta generale della Catena Costiera © Luigi Zaccaro