Il Sentiero delle Burraie

Un itinerario tra storia, natura e devozione
Burraia di Bacìo © Gianni Bertellini

Un percorso naturalistico alle pendici di Poggio Ripaghera recentemente allestito dal Comune di Pontassieve a cui si deve il merito della riscoperta e del restauro di numerose antiche burraie (alcune delle quali risalenti  al XVIII secolo), romantiche testimonianze di un’antica e perduta attività casearia. Dagli inizi del XIX secolo su queste pendici montuose alle porte di Firenze sorsero numerosi poderi (detti cascine per via del fatto che vi si lavorava il “cacio”) dai quali venivano trasportati in città carni e formaggi e burro. Possiamo quindi considerare le burraie, nelle quali ancora oggi sono visibili le vasche in cui veniva lavorato e poi conservato il burro, veri e propri frigoriferi ante litteram che grazie all’esposizione, all’ombra e al parziale interramento furono utilizzati fino al secondo dopoguerra. Ma senza dubbio l’emergenza storicamente più importante del percorso è rappresentata dal Santuario della Madonna del Sasso, un luogo le cui caratteristiche favorirono findall'antichità l'affermarsi di pratiche di culto e di eremitaggio. Il santuario riveste una grande importanza anche per l’aspetto devozionale poiché venne eretto sul “sasso” sul quale la Madonna apparve in più occasioni a due pastorelle nel 1484. Ma fu solo in seguito al miracolo avvenuto l’anno successivo, quando la Madonna apparve dinnanzi a una gran folla di fedeli riunitisi in preghiera, che furono fugati i dubbi sulle precedenti apparizioni e venne decisa l’erezione del Santuario che si conclusero all’inizio del secolo successivo.

 

L'itinerario  

Dal parcheggio nel paese di Santa Brigida (400 m)  si seguono le indicazioni per il cimitero: superata una ripida strada asfaltata si entra in un bosco di pini. Seguendo le indicazioni del Sent. SB (Sentiero Burraie) su cui ci manterremo per l’intero itinerario, si entra in un bosco misto per giungere in breve alla casa colonica de La Guardia, antico punto di controllo per la Rocca di Monterotondo. Poco più avanti si transita per Fonte La Guardia 507 m, una bella sorgente in muratura la cui acqua non è controllata: in origine edifici come questo avevano una panca e una vasca di riserva e captazione dell’acqua e svolgevano la funzione di riparo per carbonai e pastori che lavoravano nel bosco. Fatti pochi passi troviamo un bivio presso il quale prendiamo a destra la traccia che cala nella valle del Fosso della Risaia: attraversiamo il corso d’acqua per trovarci di fronte al podere La Violana 497 m, all’interno del quale si trova l’omonima burraia (è una proprietà privata tuttora abitata - chiedere il permesso di visita ai proprietari). Unicità dell’edificio, in cui sono presenti due ambienti e oggi adibito a cantina, è il lavatoio esterno che sfrutta l’acqua di uscita della burraia.Tornati sulle rive del torrentello, ne risaliamo il corso per pochi passi per attraversarlo una seconda volta;  ricominciamo così a guadagnare quota sul largo sentiero SB (che coincide con il Sent 3). Dopo essere transitati per un cerro sughera secolare (Quercus Crenata) si perviene in breve al borgo diroccato di Pesciulle, al bivio in coincidenza del quale si prosegue  a sinistra (Sent. 3A), abbandonando il Sent. 3; quindi dopo una breve discesa, si attraversa un ruscello oltre il quale a sinistra troviamo la Burraia di Pesciulle (1,00 h), completamente interrata, ad eccezione dell’ingresso. Riprendiamo la salita pervenendo a un area attrezzata con tavoli e panche di legno, dove  troviamo un trivio presso cui imbocchiamo la traccia a destra (Sent. SB), quindi fatte alcune centinaia di metri in costante salita raggiungiamo la ben conservata Burraia di Bacìo, recentemente restaurata.

Continuiamo la salita fino all’intersezione con il Sent. D che avviene in corrispondenza di un bosco di abeti bianchi e douglasie messi a dimora nel XIX secolo dal Marchese Guadagni e di una piccola sorgente. Invece di salire verso il crinale e verso le rovine della Cascina di Monterotondo, si compie una secca svolta a sinistra e sempre all’ombra del bosco, si giunge dopo un breve tratto pressoché pianeggiante alla Fonte Rosina (rubinetto di acqua fresca non sempre controllata) . Poco oltre la fonte un sentierino a destra  ci consente di guadagnare l’area di sosta di Fontassenzio (2,00 h) presso la quale si trova un pannello didattico che illustra la rarità botanica di quest’area, ovvero il cisto laurino. Ci aspetta adesso un nuovo tratto in discesa: raggiunto un palo elettrico, compiendo una breve digressione a sinistra (circa 300 m) ci portiamo alla Burraia di Fontassenzio 720 m, già documentata agli inizi del XIX secolo, al cui interno scorre una ricca vena d’acqua. Tornati sul Sent. SB, si abbandona lo stradello per risalire la traccia a destra trovando poco oltre un più marcato sentiero che si segue a sinistra. Ignorate le deviazioni sul Sent. 5, si guadano in rapida successione due modestissimi corsi d’acqua: pochi passi dopo aver guadato il secondo (Fosso della Valle Buia) troviamo la scenografica Burraia di Fonterinalda, presso la quale un tavolino di legno invita alla sosta. Proseguendo sul sentiero, nei pressi della larga curva a sinistra pochi metri dopo la burraia si trovano le rovine delle case di Fonterinalda 713 m, ormai completamente avvolte dalla vegetazione. Giunti al bivio con il Sent. 2, lo si segue a destra in direzione del crinale, quindi compiuti pochi passi in salita si transita per la Burraia di Nannarino, un poco discosta sulla sinistra del sentiero. Rimontata una ripida sebbene non lunga pendice boscosa, il Sentiero delle Burraie raggiunge il crinale che separa il Mugello dal Valdarno dove interseca il Sent. 00: qui si svolta a sinistra procedendo nel bosco di abeti, quindi raggiunta una radura transitiamo sulle pendici settentrionali del Poggio Ripaghera (913 m, 3,30 h) la cui vetta a pochi passi dal sentiero ha la visuale completamente ostruita dalla vegetazione. Ignorato a destra il Sent. 3B si procede pochi metri fino a una nuova biforcazione dove si svolta a destra mantenendoci sui Sent. SB/00. Da qui si inizia a perdere quota uscendo dal bosco pervenendo a una delle rare zone aperte: una bella visuale sul vicino Santuario di Monte Senario, sull’Appennino e sulla conca fiorentina, ci invitano a una breve sosta. Si cala quindi nell’impluvio del Fosso di Caprile e appena dopo averlo attraversato grazie a un ponte, si transita per l’antica Burraia di Peretola, risalente alla seconda metà del XVIII secolo e attiva fin verso il 1930: poco oltre, al di fuori del sentiero e un po' nascosta sul pendio degradante verso il ruscello, si trova la Burraia di Caprile, caratterizzata da un bell’arco in pietra che funge da ingresso. Fatti ancora pochi passi sulla sterrata e giunti in corrispondenza di un crocevia si tralascia il Sent. 00 imboccando il Sent. 1. Transitati per un bel punto panoramico in corrispondenza di un grande sperone roccioso, si perviene in breve tempo alle case del Pratellino  618 m. Qui al bivio abbandoniamo a sinistra anche il Sent. 1 perdendo quota nel bosco sul Sent. 8 che seguiamo a sinistra per un breve tratto fino alla biforcazione successiva dove il Sent. SB cala a destra transitando per la Burraia della Rocchetta 484 m (4,30 h) e per l’omonima fattoria in stile mediceo (le cui origini risalgono al XVI secolo) impreziosita da un piccolo giardino all’italiana. Incrociato nuovamente il Sent. 8 lo assecondiamo procedendo a diritto transitando ben presto per una biforcazione indicante la Sorgente di Castelluccio 490 m che richiede una digressione di pochi passi. La sorgente è un piccolo edificio in pietra che avendo svolto fin verso il 1940 le funzioni di burraia, non può essere tralasciata in questo circuito: nelle sue immediate vicinanze è peraltro presente una rarità botanica rappresentata da un grande esemplare di Liriodendron tulipifera, specie originaria del Nordamerica meglio conosciuta come “albero dei tulipani”.

Incrociata in breve la strada di accesso al Santuario della Madonna del Sasso, costruita dal Granduca Ferdinando I dei Medici per assecondare la devozione della moglie Cristina di Lorena, si transita per lo spiazzo adibito a parcheggio dove è presente un pannello informativo del Sentiero delle Burraie. Superato ripido seppur breve tratto in salita si guadagna finalmente il Santuario della Madonna del Sasso 565 m (circa 5 h). Ora si cala nella stradella che costeggia le mura del santuario, lungo la quale sono presenti i vecchi lavatoi fino al bivio con un obelisco: qui si procede a destra percorrendo l’antica strada lastricata. In rapida successione si attraversano dapprima il Fosso della Madonna sul ponte in pietra risalente alla prima metà del XIX secolo e poi il Fosso di Valle Buia: siamo ormai nuovamente in vista del villaggio di Santa Brigida e quindi al punto di partenza.

  • Partenza e arrivo: Santa Brigida 400 m frazione di Pontassieve (FI)
  • Lunghezza: 16 km
  • Dislivello: + 930 m
  • Durata: 5,30 h  
  • Difficoltà: EE (escursionisti esperti)
  • Punti d’appoggio: Santa Brigida, Santuario Madonna del Sasso
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