Il Rifugio Venezia e il Monte Penna

Un grandioso osservatorio rivolto verso il Pelmo
L'inconfondibile sagoma del Pelmo dal Monte Penna © Denis Perilli

Zoppè di Cadore, punto di partenza, è quello che nell’immaginario comune può essere disegnato come il paese delle favole, adagiato comodamente sotto l’ingombrante e protettiva mole del “Sass de Pelf” (il Pelmo), ammantato da verdissimi boschi, in vista delle seghettate cuspidi del Bosconero. Geograficamente parte di Zoldo, è storicamente territorio cadorino e presenta delle peculiarità tutte sue, essendo il meno esteso, il meno popolato e il più elevato comune della provincia di Belluno. La salita verso il Rifugio Venezia e il Monte Penna prende avvio proprio da questo grazioso abitato e offre scorci panoramici notevoli verso il “Vant” del Pelmo e la via di salita originaria alla montagna percorsa da John Ball.

Accesso

Zoppè di Cadore si raggiunge con la strada che, da Forno di Zoldo, risale la Val de Rutorto (7 km circa). Conviene posteggiare nel piccolo parcheggio vicino al Museo Etnografico.

Il Monte Penna dalla strada militare © Denis Perilli

Itinerario

Seguire l’asfalto per pochi metri in salita, svoltare su Via Sagui (a sinistra guardando a monte) e, oltrepassate le ultime abitazioni, assecondare le indicazioni a destra (segnavia 471). La rampa, comoda e larga, rimonta il pendio del Col de Sagui e, in breve, conduce a un bivio (1497 m, pannelli didattici nei dintorni) dove si tiene a sinistra, abbassandosi leggermente e attraversando il Ru Torto in un bel bosco misto. 
Si tagliano le pendici occidentali del Col de Sant’Ana, fra bosco e piccoli spazi aperti e, una volta raggiunta la dorsale, prosegue verso nord fino a incrociare la vecchia strada militare del Monte Penna (1799 m, 50 minuti, panchina e capitello). Il Pelmo, che finora era stato parzialmente nascosto, appare finalmente in tutta la sua grandiosità, mentre oltre la Val di Zoldo si staglia la lunga catena Moiazza-Civetta. 
La strada bianca sale con modesta pendenza in direzione nord, sotto le Crode del Penna, su rado bosco e poi su pascoli aperti punteggiati da mughi e larici, fino a divenire sentiero che, grazie all’aiuto di alcune tavole di legno, consente il superamento una zona umida di risorgive che vanno ad alimentare il Ru Torto. 
In breve si perviene al verde Passo di Rutorto (1931 m), crocevia dei sentieri che giungono dal Passo Staulanza (n. 472) e dal versante cadorino (n. 475). Incantevole la vista verso i verdi pendii del Penna, verso l’Antelao, le Marmarole e il Sorapìs e le soprastanti e possenti Spalle Sud ed Est del Pelmo (1.45 h dalla partenza).
Da qui, in 5 minuti si può raggiungere il Rifugio Venezia oppure salire al Monte Penna (2196 m), seguendo le indicazioni e le paline che portano ad alzarsi leggermente sui pascoli per poi entrare nel bosco (fare attenzione a non perdere la traccia). La traccia, in parte incassata nel terreno, si snoda dapprima fra larici, poi fra mughi e quindi, dopo aver superato alcune roccette lavorate dagli agenti atmosferici esce all’aperto sulle praterie di vetta (1.15 h dal passo), da cui si spalanca un panorama vastissimo.

La Spalla Sud e la Spalla Est del Pelmo dominano il Passo di Rutorto © Denis Perilli


In circa 1 h rientrare al Passo di Rutorto e seguire a ritroso il percorso dell’andata fino all’incrocio con il sent. 471 (45 minuti).
Continuare quindi dritti sulla strada militare (ora sent. 493) che, dopo aver superato dei tabià, piega decisamente verso est, fino alla località Tornichè (1693 m). Proseguire sempre sulla carreggiata, che ora punta verso sud-ovest e incontra la bucolica piana dei Prati umidi di Tamarìl, importante biotopo inserito nel contesto di Rete Natura 2000. L’area è caratterizzata da pozze, sorgenti, ruscellamenti e ospita specie ecologicamente rilevanti fra cui il raro salice di Mielichhofer (Salix mielichhoferi).
Scendere fino a raggiungere la strada asfaltata e seguirla in discesa verso destra, alla base sud-occidentale del Col de la Viza (letteralmente il colle della foresta fitta), dove appaiono degli evidenti affioramenti di Arenaria di Zoppè, originati nel Trias Medio (235-240 milioni di anni fa) dall’erosione di rocce vulcaniche e dalla successiva deposizione in ambiente marino di media profondità. 
Appena oltre, dei pannelli didattici indicano il nome della località (Ial inte i Alberch) e spiegano che “ial” significa slargo su cui si costruisce la carbonaia, “poiat” in dialetto locale.
Continuare fino a raggiungere uno spazio aperto con panorama sugli altri monti della Val di Zoldo (piazzola di atterraggio per gli elicotteri), seguire il curvone verso destra, superare alcune costruzioni (fontanella d’acqua) e un caratteristico tabià, fino al parcheggio (scala che permette di tagliare l’ultima curva, 2 h circa dal Passo di Rutorto).

Nota
Nel momento della stesura di questo testo il tratto di strada militare consigliata per la discesa (oltre il bivio) è stata colpita da una frana. Informarsi presso il Rifugio Venezia sul ripristino della viabilità.

Uno sguardo verso la catena Moiazza-Civetta © Denis Perilli

Partenza: Zoppè di Cadore 1478 m
Arrivo: Monte Penna 2196 m
Lunghezza: 15,8 km
Dislivello: +1072 m
Durata: 6 h
Difficoltà: E
Punti d’appoggio: Rifugio Venezia

Periodo consigliato: giugno-ottobre

https://www.openstreetmap.org/#map=13/46.4128/12.1562

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