Il rifugio Morelli-Buzzi, all'ombra del Monte Stella

La struttura del CAI di Cuneo è meta di alpinisti da quasi cento anni. Utilizza i muli per la movimentazione del materiale, grazie a un bel progetto dei fratelli Giraudo.


Il rifugio Morelli-Buzzi è situato a un quota di 2351 metri nel Vallone di Lourousa, una laterale della Valle Gesso, sulle Alpi Marittime. È stato costruito nel 1931 dal CAI di Cuneo e guarda direttamente l’imponente parete nord est del Monte Stella (3.262 metri). È aperto in estate, e oltre a essere un punto di riferimento tradizionale per gli alpinisti, è anche snodo fondamentale per gli escursionisti che sono impegnati nelle traversate delle Marittime.

LA STORIA
Il Morelli-Buzzi (inizialmente solo Morelli) è il rifugio più antico del CAI di Cuneo. È stato costruito nel 1931, in un periodo in cui i rifugi che oggi conosciamo della zona (Pagarì, Genova, Remondino, Bozano) erano solo dei piccoli bivacchi. Il Morelli beneficiò dell’esistenza della mulattiera che era stata costruita per raggiungere una costruzione militare poco più in alto, e che era stata parzialmente trasformata in Strada Reale per agevolare le battute di caccia del sovrano.
Il rifugio era piuttosto grande per gli standard dell’epoca e presentava una struttura squadrata, in muratura, che lo rendeva piuttosto simile a una caserma. Ma la sua realizzazione era stata voluta principalmente per agevolare gli alpinisti diretti al Monte Stella e all'Argentera; fu dedicato alla memoria di Giuseppe Costanzo Morelli, giovane alpinista tragicamente scomparso la sera dell’Epifania del 1928, ai piedi del Monviso, mentre cercava di trarre in salvo Guido Raballo, sorpreso insieme a lui da una terribile tormenta. Morelli cercò di aiutare l'amico stremato, ma dopo averlo assistito fino al decesso, perì lui stesso.

Il caratteritico interno del Morelli-Buzzi © Fratelli Giraudo

LA STRUTTURA
Dal 1967, anno di una importante ristrutturazione che si avvalse tra le prime dell'uso dell'elicottero, il Morelli ha guadagnato un secondo piano e un nuovo tetto. Promotore dell'iniziativa fu Alvaro Buzzi, comandante dell'aeroporto militare di Caselle, che mise a disposizione la macchina per il trasporto del materiale. Da qui il suo inserimento nel nome del rifugio al fianco di quello di Morelli. Nel 1968 una tromba d'aria scoperchiò il tetto, prontamente riparato da due giovani guide alpine, Nino Perino e Giuliano Trucco, che diventarono anche i primi gestori della struttura. Il Morelli-Buzzi conserva ancora la fisionomia di quegli anni, anche se nel frattempo è stato rimodernato e soprattutto reso in larga parte eco-compatibile, grazie all'intervento della nuova gestione.

LA GESTIONE
Paolo e Marco Giraudo hanno in carico il rifugio, coadiuvati da figlie, nipoti, personale e...muli, che sono parte integrante del progetto di gestione in un'ottica di sostenibilità ambientale. «Abbiamo panelli solari e una turbina ad acqua - spiega Paolo- che riescono a fornirci gran parte dell'energia elettrica di cui abbiamo bisogno. In anni ricchi di precipitazioni come questo (2024, ndr), la turbina è riuscita a lavorare per tutta l'estate». Il rifugio è aperto dal 15 giugno al 15 settembre e per la movimentazione del materiale necessario, oltre all'approvvigionamento iniziale che viene effettuato tramite elicottero, si ricorre ai muli di Luciano Ellena, un mulattierie di Chiusa Pesio. «Insieme abbiamo pensato a un progetto per utilizzare gli animali in alternativa ad altri mezzi di trasporto. L'idea era sfruttare la mulattiera che abbiamo e puntare a un impatto zero degli approvvigionamenti nel corso della stagione, movimentazione iniziale esclusa. Abbiamo vinto un bando del parco delle Alpi Marittime con la nostra idea e poi si sono aggiunti anche altri rifugi. In questo modo possiamo dividere le spese dell'elicottero, limitarne l'uso e permettere al mulattiere di avere abbastanza lavoro per avere entrate significative dalla sua attività. Da noi vengono tre muli a settimana in totale riescono a portare 250 chili, senza essere sovraccaricati».

I gestori tengono aperto nei tre mesi estivi © Fratelli Giraudo

GLI ITINERARI
Dal Morelli-Buzzi è possibile accedere a diverse cime (Argentera Nord e Sud, Monte Stella, Cima Oriol, Cima Mondini, Asta Soprana Nord e Sud, Cima del Punto Nodale e relativo passo, Cima del Chiapous), ma non è solo meta per alpinisti, anzi. Gli escursionisti possono includerlo in diverse traversate verso gli altri rifugi del Parco Alpi Marittime. Nel percorso della Grande Traversata delle Alpi, è sulla tappa che unisce il rifugio Genova-Figari alle Terme di Valdieri. Sull’itinerario rosso della Via Alpina costituisce un punto di sosta tra le tappe R142 (dal rifugio Questa al rifugio Morelli-Buzzi) e R143 (dal Rifugio Morelli Buzzi al rifugio Soria Ellena). Un altro importante itinerario passa da qui: il Sentiero Italia CAI che con i suoi oltre 7.000 km attraversa tutta l’Italia. Ma il Morelli-Buzzi può anche essere solo un punto d'arrivo per una escursione in giornata: partendo da Terme di Valdieri ci vogliono circa 3 ore lungo il sentiero N8, e circa altre 2 per tornare al punto di partenza. La prima parte dell'escursione avviene in mezzo al bosco e solo la seconda metà esce allo scoperto, regalando paesaggi di ampio respiro.

L'approvvigionamento avviene con i muli © Fratelli Giraudo