Il Rifugio Brentei: storia e tradizione nel cuore delle Dolomiti

È stata la casa per sessant'anni di Bruno Detassis, "custode del Brenta". Oggi è completamente rinnovato
Il rifugio Brentei

Il rifugio Maria e Alberto Fossati Bellani al Brentei (comunemente conosciuto semplicemente come Brentei) è situato a una quota di 2182 metri al centro dell'alta Val Brenta, su un bellissimo terrazzo erboso nel cuore del massiccio dolomitico, sulla via naturale che attraversa il gruppo. Questo rifugio all'ombra del Crozzon è stato per decenni la casa di Bruno Detassis, il "custode del Brenta", storico alpinista trentino che ha firmato centinaia di vie e che ha contribuito anche a ideare e realizzare la Via delle Bocchette. All’interno, appese alle pareti di legno, le fotografie in bianco e nero raccontano la storia di questi luoghi ed è stata mantenuta com'era, prima della ristrutturazione, una saletta centrale, la cosiddetta "stube del Bruno".

 

La storia

La storia del rifugio Brentei ha origine da un piccolo capanno estivo eretto dalla famiglia Gigioti Bolza, originaria di Ragoli, negli anni ’30. Molto frequentata dagli alpinisti fin dal principio, venne trasformata ben presto in una vera e propria “baita” di montagna per alpinisti, guide alpine e cacciatori di camosci. Nel dopoguerra, l'allora  presidente delle Funivie di Madonna di Campiglio, l'imprenditore del settore tessile Gian Vittorio Fossati-Bellani, decise di comprare il piccolo rifugio, il quale venne subito ristrutturato e portato ad avere la sua forma caratteristica, data dalla struttura in pietra. Gian Vittorio decise di dedicarlo alla memoria dei genitori Maria ed Alberto e in un successivo momento ne fece dono alla propria sezione del CAI (Monza). Da quel momento (1949) Bruno Detassis lo gestì in prima persona con la moglie Nella. 

Nel 2000 Bruno passò il “testimone” al figlio Claudio, che lo gestì fino al 2008. A quel punto è subentrata la guida alpina Luca Leonardi, con la moglie Antonella e i figli Michele e Gabriele. Nel 2022 sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione, con l'aggiunta tra l'altro della nuova sala da pranzo in metallo, legno e vetro, che si affaccia proprio su Tosa e Crozzon, regalando spettacolari panorami. Nuovo anche il bivacco, che riprende lo stile della sala da pranzo.

Il "custode del Brenta", Bruno Detassis © archivio SAT

La gestione

Il rifugio Brentei è aperto tra giugno e ottobre "tempo permettendo" come sottolineano i rifugisti in merito agli ultimi dieci-quindici giorni della stagione. Dispone di 98 posti letto suddivisi in stanze da due a otto posti (in inverno è sempre aperto il bivacco, con funzione di ricovero) ed è presente anche una camera per chi vuole pernottare con il cane. Su ogni piano della struttura ci sono i servizi igienici. La cucina è improntata alla tradizione trentina: tortel di patate, canederli, gulasch suppe, polenta e carne salada, dolci come strudel di mele e zelten.

 

Gli itinerari

Dal rifugio Brentei in estate si può arrivare facilmente, entro le due ore di cammino, ai rifugi limitrofi: Alimonta, Pedrotti, Tuckett, Casinei, Tosa-Pedrotti. Da Vallesinella, per il sentiero 318 (o Bogani), si raggiunge il Brentei in tre ore di cammino (700 metri di dislivello positivo). Più impegnative sono le escursioni per il rifugio XII Apostoli, Graffer, Agostini. Dal Brentei si possono intraprendere diversi percorsi su sentieri attrezzati e vie ferrate come il SOSAT o la famosissima Via delle Bocchette, così come le più svariate ascese alpinistiche al Campanil Basso, Alla Brenta Alta, alla Cima Tosa, al Canalone Neri al Crozzon di Brenta. 

La cappelletta in inverno