Il richiamo della foresta

Era il lontano 1904 quando lo scrittore statunitense Jack London scrisse il romanzo “Il richiamo della foresta”. Il libro parla di un cane che, dopo varie traversie, per sopravvivere in un ambiente ostile, si lascia guidare dal suo istinto primordiale facendo ritorno alla natura selvaggia e allo stile di vita dei suoi antenati. 

Questo richiamo a un contatto intimo con tutto ciò che è naturale non è così facile da ascoltare per noi umani, così abituati a una vita moderna, comoda, facile, sterile, caotica, veloce, stressante, ricca di inutilità, povera di valori, sempre più lontana e poco rispettosa dei ritmi naturali. 

E invece sono proprio quest’ultimi la soluzione e la migliore delle medicine, sia per il corpo che per l’anima. Per esempio, sono noti da anni gli effetti benefici che derivano dall’esposizione agli ambienti forestali. Molti studi scientifici dimostrano, infatti, come l’immersione in foresta produca effetti salutari diretti e misurabili sia sulla sfera psicologica che sui sistemi cardiocircolatorio, immunitario e neurologico. Di fatto, quella che ad oggi viene definita come “terapia forestale”, in alcuni paesi ha un ruolo riconosciuto nella prevenzione medica. 

Ecco quindi che l’ambiente montano diventa un vero e proprio toccasana non solo per l’aria leggera e certamente più salubre che vi si respira, non solo per le emozioni scaturite dalla vista di grandiosi panorami o perché incentiva al movimento e allo sport all’aria aperta, ma anche perché la ricchezza di boschi e foreste permette a chiunque di immergersi in un vero e proprio “bagno di salute”, con notevoli benefici per mente e corpo. 

Cerchiamo, quindi, di ascoltare di più noi stessi e ritroviamo, ogni volta che ci è possibile, il contatto stretto con l’ambiente naturale che ci circonda. È uno dei segreti per godere di una vita più sana e serena.

 

Autunno nella Foresta del Cansiglio. Foto Denis Perilli