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Il 2024 è stato l'anno più caldo per l'Europa. A dirlo è l'European State of the Climate 2024, il Rapporto sullo Stato del clima in Europa, redatto dal Copernicus Climate Change Service e dall'Organizzazione meteorologica mondiale e pubblicato il 15 aprile.
Il report si concentra sulla situazione europea, che dagli anni Ottanta si sta riscaldando ad una velocità doppia rispetto alla media mondiale. L'Europa è il continente che si sta scaldando più rapidamente sulla Terra.
Un dato che non sorprende: l'ultimo decennio, in cui le temperature sono progressivamente aumentate, è stato il più caldo mai registrato.
Non aumentano solo le temperature, ma anche le concentrazioni atmosferiche di gas serra, di anidride carbonica e di metano.
Vediamo il rapporto nel dettaglio.
Temperature record, siccità e incendi
Caldo record per i territori dell'Europa centrale, orientale e sudorientale. Il paese meno caldo rispetto alla media è stata l'Islanda. Temperature nella media sono state registrate in Groenlandia e in alcune piccole aree dell'Europa sud-occidentale.
L'inizio del 2024 è stato caratterizzato da temperature più basse nel nord e più alte nel sud d'Europa, proseguendo un trend del 2023. Tuttavia, un clima molto caldo nel sud e sud est, con aumenti rispetto alla media di 3°C attorno al Mar Nero, hanno reso l'inverno 2024 il secondo più caldo mai registrato in Europa, dopo il 2020.
Dopo una primavera più calda della media, l'estate scorsa ci sono state sei significative ondate di calore, tra cui una, a luglio, che è durata 13 giorni. La più lunga registrata dal 2007, che è durata 10 giorni. Secondo l'Indice Climatico Termico Universale – UTCI – in questa regione dell'Europa la temperatura estiva è stata più alta di 3,3° C rispetto alla media.
Viceversa, gran parte dell'Europa occidentale ha avuto condizioni di umidità superiori alla media, con precipitazioni più alte dal 1950.
L'autunno è stato il terzo più caldo mai registrato.
Nonostante questo, la situazione siccità non è migliorata. L'Osservatorio europeo sulla siccità del Copernicus Emergency Managemente Service ha emesso avvisi per tutta l'estate per condizioni di siccità persistenti e stabili. In Europa sud-orientale le condizioni di siccità sono state le più alte degli ultimi 12 anni. Ciò si traduce in: laghi con livelli d'acqua inferiori rispetto alla media dell'estate 2023 e portate fluviali medie estive più basse nel 35% dei fiumi.
Per non parlare degli incendi boschivi: a settembre, in Portogallo, sono bruciati circa 110.000 ettari di terreno - pari a 1100 km2 - in una settimana, circa un quarto dell'area bruciata annualmente in Europa. Si stima che le persone coinvolte negli incendi europei siano state circa 42.000.
La situazione in inverno è leggermente migliorata: da ottobre a fine anno, le temperature si sono comunque confermate superiori alla media ma hanno riguardato un'area più ridotta del continente europeo.
Inondazioni
Il 2024 ha avuto il picco di inondazioni dal 2013, che hanno colpito circa 413.000 persone e causando almeno 335 vittime.
A fine ottobre, a Valencia, hanno perso la vita ben 232 persone a causa delle inondazioni ed è stato superato il record nazionale di precipitazioni cadute in 1, 6 e 12 ore.
A settembre, a causa della tempesta Boris, le portate hanno raggiunto almeno il doppio del massimo medio annuo lungo 8500 km di fiumi. Per fare un paragone, il Danubio è lungo circa 2850 km.
A inizio ottobre, Bosnia ed Erzegovina ha vissuto la peggiore inondazione dal 2014.
Ghiacciai
I ghiacciai in Scandinavia e alle isole Svalbard hanno registrato i tassi di perdita di massa più elevati mai registrati nel 2024, con una perdita media di spessore del ghiaccio di 1,8 m in Scandinavia e 2,7 m alle isole Svalbard.
In Islanda, l'unico paese in Europa a registrare temperature molto inferiori alla media nel 2024, i ghiacciai hanno comunque subito una perdita complessiva dello spessore del ghiaccio di 0,8 m.
Tutte le regioni, in generale, hanno registrato una perdita di ghiaccio, confermando il trend dell'ultimo decennio: l'Europa centrale è stata una delle regioni del mondo in cui i ghiacciai si stanno ritirando più rapidamente, insieme all'Islanda, alle Ande meridionali, all'Alaska, al Canada occidentale e agli Stati Uniti.
Mari
Il Mar Mediterraneo, nel suo complesso, ha registrato l'anno più caldo, con una temperatura di 21,5 °C. Questa temperatura è stata di 1,2 °C superiore alla media e di 0,3 °C superiore al precedente record del 2023.
La temperatura media della superficie del mare per l'intera regione europea ha raggiunto un nuovo massimo di 13,73°C, un valore più alto di 0,7°C rispetto alla media.
Stress termico
Nel 2024 il 60% dell'Europa ha registrato più giorni della media con "forte stress da calore", dove la temperatura percepita è stata pari o superiore a 32°C.
Ci sono stati anche giorni con "stress da calore estremo" con una percezione della temperatura superiore a 46°C, in particolare in Spagna meridionale e orientale, in Azerbaigian e in Turchia.
Aumentano le temperature anche di notte: il 2024 è stato l'anno con il maggior numero di notti tropicali dopo il 2010.
Viceversa cala il numero di giorni di "forte stress da freddo", in cui la temperatura percepita ha raggiunto i -13°C, ma diventa più grave. Tale fenomeno, infatti, è stato registrato soprattutto per giorni in cui la temperatura percepita era pari o inferiore a -27°C o -40°C.
Infine, l'area del territorio europeo che ha registrato meno di 90 giorni di gelo è stata la più grande mai registrata: circa il 69% a fronte di una media del 50%.
Energie rinnovabili
Nel 2024 il 45% dell'energia elettrica europea è stata prodotta da fonti rinnovabili: il 18% di quest'ultima deriva da energia eolica, il 9% da energia solare e il 18% da energia idroelettrica.
La produzione di energia da fonti rinnovabili dipende dalle condizioni climatiche e dalle fluttuazioni meteorologiche.
In generale, l'Europa orientale ha registrato un potenziale di produzione di energia solare fotovoltaica superiore rispetto all'Europa occidentale.
Nel 2024, tra ottobre e novembre, in Europa nord-occidentale si è verificata una "siccità eolica" dovuto alla presenza di vento con velocità inferiore rispetto alla media. Ciò ha fatto scendere il potenziale di generazione di energia eolica del 75% al di sotto della media. Se da una parte del continente il vento è meno veloce, dall'altra lo è di più, evidenziando la complementarietà delle fonti energetiche rinnovabili e l'importanza di una rete di trasmissione europea ben interconnessa.
Azioni
Il 51% delle città europee dispone di piani dedicati all'adattamento ai cambiamenti climatici, un dato in crescita rispetto al 26% del 2018.
Coinvolgere i cittadini nella pianificazione, nell'attuazione e nella manutenzione è fondamentale perché può fornire informazioni preziose sugli impatti locali dei cambiamenti climatici e sull'idoneità di misure specifiche. Coinvolgere i gruppi vulnerabili è particolarmente importante per garantire risultati equi delle attività di adattamento climatico.
Viceversa, gli ostacoli più frequentemente segnalati all'attuazione delle azioni di adattamento sono la disponibilità di finanziamenti sufficienti e duraturi, spesso legati all'assenza di un impegno politico a lungo termine con una visione chiara. Garantire risorse finanziarie sufficienti e a lungo termine è fondamentale per il successo.