Pungitopo, Ruscus aculeatus © Antonio RinaldiNel periodo natalizio che si sta avvicinando, da sempre alcune piante sono diventate simbolo delle feste, una di queste è il pungitopo (Ruscus aculeatus). Si tratta di una piccola pianta che si può incontrare nei boschi principalmente in area temperata, predilige infatti i climi caldi e i terreni calcarei per la sua crescita. Assente dunque dell’ambiente Alpino è molto diffusa in tutte le aree costiere non solo dell'Italia ma anche degli altri paesi che affacciano sul Mediterraneo. Il pungitopo forma dei piccoli cespugli alti fino a 80 cm con fusti molto fitti e rigidi che sono ricchi di quelle che apparentemente sono tante piccole foglioline verdi estremamente coriacee e appuntite. La curiosità botanica di questa pianta è che quelle che al nostro occhio e alla nostra comune esperienza sembrano foglioline, sono in realtà rametti che hanno subito una trasformazione evolutiva, appiattendosi e allargandosi ed essendo quindi in grado di fotosintetizzare in luogo delle foglie, di fatto sparite (ridotte a piccole squame praticamente microscopiche); tutto questo per ridurre al minimo la perdita d’acqua (che avviene appunto dalle foglie). Tecnicamente queste strutture, ibridi tra foglie e rami, vengono definite cladodi; sui cladodi il pungitopo produce dei fiori che sono del tutto insignificanti e poco appariscenti, di un colore tra il verdastro e il bianco violaceo; ben diverso l’impatto scenico dei frutti che si sviluppano a partire dai fiori, che sono le ben note bacche di colore rosso vivo che ben contrastano col verde fitto della vegetazione dando quell'aspetto particolarmente apprezzato ai rametti dell’arbusto.
Il nome della pianta è legato alle proprietà e agli utilizzi che della pianta venivano fatti in passato: i rametti, particolarmente coriacei, venivano infatti sistemati a margine delle dispense e delle cantine nelle zone di possibili accesso dei topi e roditori in genere, per tenerli alla larga, perché anch'essi nulla possono contro la struttura coriacea e appuntita dei cladodi.
Passando a considerare gli usi della pianta, le bacche rosse per l'uomo sono tossiche mentre vengono mangiate regolarmente da vari animali in particolare uccelli; in alcune regioni i giovani germogli vengono raccolti in primavera, bolliti e consumati con soddisfazione (hanno il sapore all'incirca degli asparagi selvatici). La raccolta per fini estetici (che in origine aveva in realtà finalità scaramantiche e beneaugurali), legata alla bellezza del contrasto verde rosso che ne ha fatto un simbolo del Natale (insieme all'agrifoglio), è quella che ha portato alla istituzione in molte regioni di leggi regionali che oggi proteggono la pianta. Vi sono infine consolidati usi erboristici del pungitopo, che è stato ed è utilizzato anche e soprattutto per preparare infusi e decotti dato che gli si attribuiscono proprietà diuretiche, antinfiammatorie e depurative; per chiudere la carrellata sugli usi tradizionali, data la robustezza dei rami, questi sono stati a lungo utilizzati per produrre scope rustiche da esterno.