Il Piolets d'Or 2023 alla carriera va a George Lowe

Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato all'alpinista statunitense, autore di alcune importanti salite in invernale sulle Montagne Rocciose canadesi, ma anche in Himalaya su Latok, Everest e Dhaulagiri.

Il Piolet d’Or 2023 alla carriera è stato assegnato a George Lowe, che succede così allo sloveno Silvo Karo nella prestigiosa lista – a oggi sono 15- degli alpinisti premiati. Il riconoscimento premia le sue importanti salite nella catena dei Teton, nelle Montagne Rocciose canadesi, in Alaska e in Himalaya.
George Lowe è nato nel 1944 nello Utah. Viene da una famiglia votata all'alpinismo: lo zio Ralph aveva iniziato alla montagna tutti i suoi tre figli, con Jeff che ha ricevuto il Piolet d'Or alla carriera nel 2017, poco prima di morire, in seguito a una lunga malattia. George - nessuna parentela con l'omonimo alpinista neo-zelandese che fece parte della spedizione all'Everest del 1953 con Hillary e Norgay-  ha scalato con i cugini Jeff, Mike e Greg le montagne del Nord America, con diverse difficili prime ascensioni in invernale: al Monte Owen nel 1965 con Mike, la parete nord del Grand Teton nel 1968 con Greg, Mike e Rick Horn, la ovest quattro anni più tardi con Jeff. 
Nel 1974, con il britannico Chris Jones, Lowe salì la parete nord del North Twin nelle Montagne Rocciose canadesi: una vera impresa. Barry Blanchard l'aveva definita come la parete più dura delle Rocky Mountains, una nord che poteva rivaleggiare con l'Eiger per le condizioni ambientali e della scalata. Nel 1977 – in sette giorni e in stile alpino- George effettuò con Michael Kennedy la prima salita dell’Infinite Spur sull’enorme parete sud del Foraker, in Alaska. Nel 1983 scalò per primo la parete Kangshung dell’Everest, forzando il contrafforte roccioso inferiore di oltre mille metri, che ora porta il suo nome.

George Lowe in arrampicata all'età di 75 anni

La salita forse più celebre fu il tentativo del 1978 sulla cresta nord del Latok I, con Jim Donini, Michael Kennedy e di nuovo suo cugino Jeff: rimasero ingaggiati per tre settimane, arrivando a circa 150 metri dalla vetta tuttora inviolata, e rinunciando solo per il peggioramento delle condizioni di salute di suo cugino Jeff. Nel 1990 salì la cresta nord-est del Dhaulagiri. Da una tenda a 6400 metri di altitudine, e mentre altri membri della squadra erano impossibilitati a proseguire, salì da solo per la via normale, bivaccando a 7280 m di altitudine in salita, e impiegando un altro giorno e mezzo per rientrare dopo la cima.
Lowe ha anche avuto una carriera di successo come ingegnere di sistemi, fornendo consulenza ai servizi di intelligence degli Stati Uniti. È membro onorario dell’American Alpine Club, il più alto riconoscimento che l’AAC conferisce alle persone che hanno avuto un impatto duraturo e molto significativo sul progresso dell’arrampicata.
I Piolets d'Or alla carriera sono stati conferiti in questi 15 anni a: Walter Bonatti, Reinhold Messner, Doug Scott, Robert Paragot, Kurt Diemberger, John Roskelley, Chris Bonington, Wojciech Kurtyka, Jeff Lowe, Andrej Stremfelj, Krzysztof Wielecki, Catherine Destivelle, Yasushi Yamanoi, Silvo Karo e appunto George Lowe.