Il suo nome per intero è Alison Jane Hargreaves. Nasce nel 1963 in una famiglia borghese di Belper, nel Derbyshire. È destinata a laurearsi a Oxford, ma la montagna le cambia la vita. Passa in fretta dalle paretine rocciose di casa alle grandi pareti alpine e himalayane, ribaltando i consueti ruoli familiari. Lei scala e il marito si occupa dell
Nel 1988, al sesto mese di gravidanza, sale l’Eiger in solitaria. La nascita di Tom e poi di Kate non la fermano, al contrario. Nell’estate del 1993 si mette in luce concatenando in tempi brevi il Linceul alle Grandes Jorasses, la Nord del Cervino, la Nord est dell’Eiger, la Nord est del Pizzo Badile, la Nord del Petit Dru e la Nord della Cima Grande di Lavaredo: ventitré ore e mezzo effettive. Nel 1994 tenta per la prima volta l’Everest, da sola e senza ossigeno, ma rinuncia sopra il Colle Sud. Ci riprova nella primavera del 1995, dal lato nord. Raggiunge la cima il 13 maggio, in completa autonomia e senza bombole. Riparte quasi subito per il K2, va in cima ma non fa ritorno. Scompare il 13 agosto 1995, in mezzo a una tremenda bufera.
In molti gridavano allo scandalo perché considerano immorale che una mamma lasci due orfani per soddisfare la passione, mentre ai padri è concesso da sempre. Naturalmente Alison non sapeva che il figlio Tom, invece di odiare la montagna, l’avrebbe amata al punto da morirci anche lui a trent’anni, congelato sul Nanga Parbat. Forse Tom era un predestinato perché Alison l’aveva già nella pancia quando scalava l’Eiger, e chissà quanto avrà pesato in lui quel debito di vita mentre seguiva la traccia lei. Credo che l’essenza del gioco sia sempre la stessa – amore e ossessione – e che in due secoli non sia cambiato niente. Continuiamo a chiederci il perché e continuano a mancarci le parole. Forse la storia degli alpinisti non dovrebbe scriverla chi scala le montagne ma chi resta giù ad aspettare. La vera storia di Alison e Tom dovrebbe raccontarla il marito di lei e il padre di lui, James Ballard, che ha fatto il lavoro grigio che culturalmente è attribuito alle madri, allevare i figli, e ha vissuto il lutto che di solito pesa su mogli e compagne.
L’alpinismo non è affatto un problema di genere, semmai è una questione di pesi: su un piatto della bilancia c’è l’umano bisogno di esplorare e andare oltre, sull’altro piatto ci sono i legami e i sentimenti. Entrambi ci appartengono ed entrambi ci fanno soffrire.
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Il K2, ultima e fatale salita di Alison. Wikimedia Commons