Il cinema di montagna come propaganda per un nuovo Club Alpino (parte 3)

Il patrimonio filmico della Cineteca traccia la storia dell’alpinismo e della sua trasformazione e dimostra come, negli anni, il linguaggio cinematografico, sia tecnico che narrativo, si sia evoluto passando dalla semplice documentazione alla creazione di video e film strutturati secondo nuovi canoni estetici.

Il cinema di montagna come propaganda per un nuovo Club Alpino (parte 3) 

Quello intercorso fra la Prima e la Seconda guerra mondiale è anche il periodo più intenso delle spedizioni alpinistiche extraeuropee, in particolare sugli Ottomila, che divengono una sorta di gara fra nazioni nel primeggiare a raggiungere la vetta. Spedizioni organizzate, dirette e gestite, nella maggior parte dei casi, con modalità di stampo militare. Fra il 1921 e il 1939, i primi tentativi di salita dell’Everest, del K2, del Kanchenjunga, del Gasherbrum I e del Nanga Parbat. Spedizioni documentate principalmente da materiali fotografici. La Cineteca del CAI conserva alcuni preziosi filmati di quel periodo: Karakorum 1909 - Spedizione di Sua Altezza Reale il Duca degli Abruzzi al K2 (Centro Fotografia Alpina 1909), Il Duca Luigi Amedeo di Savoia alle sorgenti dello Uabi Uebi Scebeli (1928), Karakorum - Diario della spedizione del Duca di Spoleto (Massimo Terzano, 1929), Himalaya Trono degli dèi (Charles-George Duvanel, 1930) e Nanga Parbat 1938 (1938). 

Aimone di Savoia-Aosta, Duca di Spoleto © copyright Museo Montagna

Nel 1946 il Club Alpino italiano, come emerge dai documenti ufficiali del sodalizio, risente ancora del clima fascista. Eroismo, propaganda e competizione sono alcune delle parole che si incontrano più frequentemente negli atti. Presidente e consiglieri provengono dai ranghi militari, dalla nobiltà e dalla borghesia dell’epoca. Nasce la necessità di ampliare la rete sociale di allora: 75 mila soci e 176 sezioni (nel 2021 i soci sono 322.022, le Sezioni 513 e le Sottosezioni 313). E proprio nel già citato Consiglio Generale del CAI svoltosi a Torino il 31 marzo 1946 e presieduto dal Generale Luigi Masini[1] “[…] si approva di limitare, per ora, la costituzione delle seguenti commissioni centrali […]”, ovvero Comitato delle pubblicazioni, Commissione Attendamenti e Accantonamenti, Commissione Scuole Alpinismo, Commissione Centrale Rifugi, Commissione Guida Monti d’Italia e Commissione di Cinematografia e Fotografia alpina. Una evidente strategia che mira, attraverso questi organi sociali, a implementare la pratica dell’escursionismo e dell’alpinismo non tanto come attività sportiva quanto come cultura della montagna in senso lato. Nella seduta del 30 maggio 1946, a Venezia, si comincia a discutere sulle funzioni della Cinematografia. Le idee sono ancora un po’ disorganiche, ma il confronto sulle ipotesi progettuali si rivela estremamente interessante. Dal verbale: “Luigi Genesio illustra l’attività del gruppo Cine-CAI-Uget e prospetta, secondo il programma redatto dal Sig. Maggiani, Presidente dell'apposita Commissione, le possibilità dell'organizzazione centrale di questo importante ramo di propaganda. Se la risposta è affermativa occorre formulare un programma completo e stanziare il relativo finanziamento. Antonio Buscaglione: se si intende organizzare la produzione e la distribuzione di film, la questione si presenta molto seriamente e va perciò esaminata con una serie di dati e di elementi concreti. Luigi Genesio espone il programma: convocare al più presto la Commissione Cinematografica; indire un concorso, nell’ottobre a venire, invitando tutte le Sezioni a presentare la produzione cinematografica delle Sezioni stesse o dei Soci; esaminare le pellicole; riprodurre in almeno quattro copie quelle meritevoli; costituire quattro centri di distribuzione (Torino, Milano, Venezia e Roma); organizzare il noleggio e rinnovare così il fondo per un progressivo miglioramento della Cineteca CAI. […] Eugenio Ferreri: dà informazione sulle richieste di spettacoli che vengono continuamente rivolte alla Sede Centrale e sui costi attualmente in uso presso alcune Ditte specializzate per film di montagna (una media di 4/5 mila per spettacolo). Nonostante tali tariffe di noleggio, le Sezioni realizzano notevoli proventi dalle serate cinematografiche. Silvio Schenk: è favorevole e annuncia di mettere a disposizione tre interessanti cortometraggi girati da Piero Mazzorana[2]. […] Il Consiglio approva l’assegnazione del contributo di centoventimila lire alla Commissione Cinematografia e Fotografia alpina […]"

(3 – continua) 

[1] Luigi Masini (1889-1959), eletto Commissario del Club Alpino Italiano, riorganizza la struttura associativa e opera per la ristrutturazione di molti rifugi distrutti durante il periodo bellico. Nel 1953 viene eletto alla Camera dei Deputati con il Partito Socialista Italiano. 

[2] Piero Mazzorana (1910-1980), grande personaggio dell'alpinismo auronzano, iniziò a mettersi in mostra prima della Seconda guerra mondiale, a fianco di Emilio Comici, con il quale, nel 1936, compì la sua prima salita (spigolo Nord-Ovest della Cima Piccola di Lavaredo.