[…] Luigi Genesio illustra le finalità della Commissione di Cinematografia e Fotografia alpina. Dopo osservazioni di vari Consiglieri, si dà incarico al Sig. Guido Maggiani (chiamato a presiedere tale Commissione) di presentare un programma alla prossima seduta del Consiglio Generale, unitamente ai nomi dei componenti proposti. […]
Questo l’avvio ufficiale e strutturato della Commissione di Cinematografia e Fotografia Alpina in seno al CAI, per come si legge nel verbale della seduta del Consiglio Centrale del 31 marzo 1946, tenuta a Torino; la documentazione filmica inerente alle attività alpinistiche, però, aveva già avuto dei prodromi nel 1935, quando alcuni soci della Sezione UGET di Torino diedero il via alla produzione amatoriale di un cospicuo numero di film a passo ridotto. E tra questi soci troviamo i nomi di Giuseppe Sesia, Renato e Guido Maggiani.
Nel 1938 il Presidente Generale Angelo Manaresi autorizzò la Sezione UGET a costituire al suo interno un gruppo di Cinematografia alpina. Altre sezioni seguirono l’esempio e fu necessario organizzare le attività a livello nazionale.
1946: l’Italia esce dalla tragedia della Seconda guerra mondiale: c’è l’esigenza di riedificare un paese dalle rovine fisiche. Case, uffici, fabbriche, chiese, luoghi della cultura e della socialità, ma allo stesso tempo anche quella di ridare la fiducia in un futuro migliore ad una generazione che ha la necessità di lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra. Un lungo dopoguerra che durerà fino agli anni Sessanta.
© Archivio Museo Montagna
Un periodo di grande fragilità collettiva durante il quale l’antagonismo fra “vinti” e “vincitori” continua a covare sotto la cenere; sarà solo grazie a una giovane, ma ferma democrazia che il paese riuscirà ad approdare a un difficile equilibrio politico sociale.
Ed è proprio in situazioni così complesse che la cultura riesce, lasciandosi alle spalle un passato di devastazioni fisiche e psichiche, a generare specifici interessi indirizzati verso un nuovo modo di essere. La musica, la letteratura, la pittura, il cinema e il teatro concorrono a disegnare una società più equa attraverso le molteplici capacità espressive dell’arte.
Il 1946 è un anno di passaggio fondamentale per la ripresa culturale del paese. Siamo negli anni del neorealismo che, come corrente letteraria, influenza tutte le forme d’arte trovando proprio nel cinema un punto focale d’eccellenza. È l’anno di Paisà di Roberto Rossellini, Sciuscià di Vittorio De Sica, Notorius di Alfred Hitchcock, La vita è meravigliosa di Frank Capra, solo per menzionare alcuni capolavori della cinematografia italiana e mondiale
Il cinema italiano del dopoguerra, proprio grazie al neorealismo, vive una nuova e feconda stagione di impegno sociale che vuole scrollarsi di dosso autoritarismi e linguaggi retorico-propagandistici.
(1 – continua)
Valigie trasporto pellicole Cineteca © copyright Club Alpino Italiano -Leonardo Iannelli
Angelo Manaresi (Bologna, 9 luglio 1890 - Bologna, 6 aprile 1965) è stato un politico, militare e scrittore italiano. È stato Presidente del CAI dal 1930 al 1935 e nello stesso periodo Podestà di Bologna. Dopo la caduta del fascismo (25 luglio 1943) confermò la sua fedeltà al Re con un telegramma. Per questo telegramma fu poi arrestato da militi della RSI il 17 settembre, qualche giorno dopo la firma dell’armistizio di Cassibile. Incarcerato a San Giovanni in Monte fu successivamente rilasciato su ordine di Mussolini.