
Correva l’anno 1885 quando il prof. Emilio Bertini, appassionato di montagna e di esplorazione, volle fondare anche a Prato una società alpina. Per dieci anni la nuova realtà rimase legata alla Sezione di Firenze, fino a quando, nell’aprile del 1895, 26 soci fondatori diedero vita ufficialmente alla Sezione CAI di Prato, intitolata proprio a Bertini, scomparso prematuramente all’età di cinquant’anni.
Sulla sua lapide, ancora oggi, si legge la definizione di “apostolo dell’alpinismo pratese”, un riconoscimento all’impegno con cui Bertini aveva contribuito a diffondere l’amore per la montagna. Fu lui a firmare nel 1881 la Guida della Val di Bisenzio, una delle prime opere escursionistiche dedicate all’Appennino toscano. Con spirito pionieristico, Bertini esplorò le valli del Bisenzio e dei suoi affluenti, narrando con dovizia di particolari sia le bellezze naturalistiche sia le peculiarità culturali dei paesi montani.
La sua eredità non si limitò alla carta stampata. Seguendo i percorsi descritti da Bertini, i volontari del CAI iniziarono a costruire una fitta rete sentieristica, che ancora oggi rappresenta un patrimonio prezioso per escursionisti e appassionati. Molti tracciati moderni si basano infatti proprio sugli itinerari pensati e raccontati da lui. Altri si devono a figure come Riccardo Barni, uno dei soci storici della Sezione, che contribuì a mantenere vivo lo spirito di esplorazione.
Oggi il CAI di Prato celebra 140 anni di storia. Un traguardo che testimonia la dedizione di generazioni di soci, impegnati nella cura del territorio e nella promozione delle sue eccellenze naturalistiche e culturali. Un lavoro silenzioso ma fondamentale, che ha reso accessibili a tutti i sentieri dell'Appennino pratese, creando una vera e propria scuola di escursionismo e conoscenza del territorio.
Per festeggiare questo importante anniversario, è appena uscita la nuova guida Escursioni in Appennino Pratese, pubblicata da Idea Montagna all'interno della collana Sentieri d'autore. Si tratta di un volume che raccoglie 30 itinerari, prevalentemente ad anello, pensati per consentire anche agli escursionisti meno esperti di scoprire un territorio ricco di sorprese.
La guida copre tutta la Val di Bisenzio a monte di Prato, abbracciando la Calvana da un lato e il Monteferrato dall’altro, con ampio spazio dedicato alla Riserva Naturale Acquerino Cantagallo. Gli itinerari si spingono fino al confine emiliano, toccando le vette più alte della zona. Ogni percorso è arricchito da box di approfondimento dedicati a storia e natura, rendendo la guida non solo uno strumento tecnico, ma anche una chiave per leggere il paesaggio che si attraversa.
Nonostante le dimensioni geograficamente ristrette, l'Appennino pratese offre esperienze diversificate: si passa dalle grandi faggete della Riserva, che custodiscono uno dei patrimoni forestali più importanti della dorsale appenninica, agli ambienti carsici della Calvana, con le sue praterie sommitali su cui pascolano i celebri cavalli selvaggi. Una particolarità quasi unica in Italia, che rende l’escursione ancora più emozionante.
Dal punto di vista geologico, il territorio è caratterizzato dalla presenza del serpentino di Prato, la roccia verde che segna il paesaggio del Monteferrato. Dal punto di vista faunistico, l’escursionista più attento potrà osservare la rara salamandrina dagli occhiali, che vive nei torrenti delle valli pratesi.
Camminare lungo questi sentieri significa anche attraversare secoli di storia: si incontrano tombe etrusche, abbazie medievali, antichi mulini a pietra che raccontano un’economia montana fondata sulla lavorazione della castagna. Più recenti, ma altrettanto significativi, sono i luoghi legati alla Seconda guerra mondiale: trincee della Linea Gotica, rifugi partigiani, sentieri della Resistenza.
Un capitolo importante della storia recente è legato ai rifugi montani, spesso ricavati da antiche cascine. Il Rifugio Luigi Pacini a Pian della Rasa, di proprietà del CAI di Prato, è oggi gestito dall’Operazione Mato Grosso, un’organizzazione che utilizza il ricavato per sostenere progetti solidali in Sudamerica. Un modo concreto per unire le montagne d’Italia a quelle delle Ande, nel segno della solidarietà.
Il 140° anniversario rappresenta dunque non solo un momento di celebrazione, ma anche un’occasione per rilanciare la missione del CAI di Prato: far conoscere il territorio, educare al rispetto della natura e valorizzare le radici culturali profonde che legano la comunità pratese alla sua montagna.