Il Bivacco Grisetti

Sulla soglia del Vant de la Moiazza

Il Bivacco Grisetti © Denis Perilli

Il Vant de la Moiazza è un esteso circo glaciale sospeso, isolato dal fondovalle, sorretto da una bastionata verticale apparentemente inaccessibile e colorata, in autunno, dal giallo dorato dei larici. Da questo vasto basamento concavo si elevano compatti i versanti orientali delle maggiori cime della Moiazza. Proprio qui è ubicato il Bivacco Grisetti, utilizzato come ricovero per gli alpinisti che si cimentano nelle salite delle pareti soprastanti, ma pure meta per escursionisti alla ricerca di luoghi non troppo frequentati e altamente suggestivi. La salita al Vant è faticosa ma non troppo impegnativa, la discesa verso la Val de la Grava riserva invece qualche passaggio che richiede un minimo di attenzione e passo fermo.

Da Dont risalire verso il Passo Duran e, superato l’abitato di Chiesa, posteggiare a destra sul piccolo parcheggio subito dopo l’agriturismo Inte a Le Vare e il ponte sul Torrente Moiazza (località Le Vàre, 1250 m.

 

Il percorso

Seguire la comoda stradina che affianca il torrente e si inoltra nel bosco (sent. 559, indicazioni per il bivacco), puntando verso il versante orientale della Moiazza, con le sue altissime cime che svettano oltre la muraglia che delimita il Vant della Moiazza. Superare dei ruderi di una calchera (vecchia fornace per produrre la calce) e, dopo circa 5 min, fare attenzione all’esile traccia segnata sulla sinistra. Risalirla per alcuni metri fino a sbucare su un singolare piano adibito a campo da calcio. Circa a metà campo attraversare la piana e proseguire ancora sul sent. 559, che si inerpica dapprima in direzione sud, per poi assumere una direzione prevalente verso nord-ovest. La salita avviene in mezzo a un vero e proprio mare di mughi, tinteggiato qua e là da isolati e dorati larici. Dopo 40 min circa si trova un piccolo crocifisso riparato in una nicchia rocciosa e un cartello ligneo che indica verso destra “cascata”. Questa breve deviazione (circa 10 min fra andata e ritorno) è assolutamente consigliata, ma considerare che si deve seguire un’esile traccia che dapprima scende e poi risale, con radici e alcuni impegnativi scalini. I mughi proteggono in maniera ottimale l’esposizione sostenuta, garantendo un’assoluta sicurezza. La traccia sbuca al cospetto della Cascata della Moiazza, salto d’acqua che già si poteva ammirare in lontananza fin dai primi passi dell’itinerario. Ritornati sui propri passi, continuare a salire, seguendo il sentiero che asseconda, con tornanti e gradini, i punti di debolezza della muraglia che precipita verso la Val de la Grava. Dopo un tratto di salita sostenuta, con spettacolari tratti su bosco di larice, si raggiungono due postazioni segnaletiche ravvicinate che indicano Casera Moiazza (1750 e 1754 m, 2 h dalla partenza, ruderi). In questo snodo strategico si incrociano anche il Sentiero Angelini (578, anche Anello Zoldano) e la traccia (sempre 578) che scende verso la Val de la Grava, utilizzata per il ritorno. Non resta che salire l’ultimo tratto della fascia rocciosa, con pendenza più accentuata e, in circa 45 min, giungere alla soglia glaciale del Vant de la Moiazza (alcuni segnavia intermedi indicano 10 min, in realtà per la fine delle fatiche mancano ancora almeno 20-30 min. La conca si spalanca improvvisa, con praterie alpine, qualche mugo e levigate rocce, circondate dalle possenti e principali vette del gruppo montuoso. Proseguire verso destra e, all’improvviso, ecco materializzarsi la rossa sagoma del Bivacco Grisetti (2050 m secondo tutte le fonti cartografiche, 2100 m secondo la targhetta in loco, 2.50 h dalla partenza). Il ricovero è posizionato ben protetto dove sorgeva la Casera della Moiazzetta, sfruttata come riparo, assieme alla sottostante Casera Moiazza, durante le prime esplorazioni di Cesare Tomè e le successive di Giovanni Angelini. La struttura in lamiera, dispone di 9 cuccette ed è stata eretta nel 1965 dalla Fondazione Berti e dalla Sezione CAI di Trecenta (ora Sezione di Lendinara), cittadina nativa di Giovannino Grisetti, studente tragicamente scomparso a cui il bivacco è stato dedicato. Fonti bibliografiche descrivono una vicina fonte d’acqua stagionale, la cui presenza è condizionata dalle condizioni ambientali.

 

La discesa

Per il ritorno scendere, seguendo il percorso dell’andata, fino ai ruderi della Casera Moiazza (40 min).

La discesa qui proposta presenta delle difficoltà ambientali (EE), per chi volesse un rientro più tranquillo è consigliabile ripercorrere a ritroso l’itinerario dell’andata che, seppur essendo a tratti ripido, non presenta nessun tipo di problematica (1.40 h).

Faccia a valle svoltare a sinistra, seguendo le indicazioni per Val de la Grava (sent. 578) e incamminarsi sulla traccia che cala ripida nel bosco di larici e mughi, superando gradoni e tratti sconnessi, affacciata verso i gruppi del San Sebastiano e degli Spiz de Mezzodì. Scendere un impegnativo canalone detritico incassato fra roccioni e raggiungere una cengetta che supera un colatoio (attenzione), per poi piegare a destra e scendere di qualche metro sul ciglio di un’ampia costola rocciosa. Il sentiero prosegue ora verso nord, divenendo via via più comodo e inoltrandosi in un favoloso bosco misto, fino a incontrare un ponte in legno che permette di attraversare il Ru della Grava. Una risalita di qualche minuto permette di raggiungere la strada asfaltata della Val de la Grava (località Solàndre, 1525 m, 1 h dai ruderi). Non resta che seguirla verso destra (segnavia 557), assecondando il suo percorso e godendosi gli sporadici scorci verso le vette della Moiazza, che da qui sembrano veramente irraggiungibili. In circa 45 min si arriva alla SP347, ossia la strada che da Zoldo sale al Passo Duran, svoltare a destra, superare l’agriturismo Inte a Le Vare e in altri 5 min fare ritorno al parcheggio.

  • Partenza: Le Vàre (1250 m)

  • Arrivo: Bivacco Grisetti

  • Lunghezza: 7,9 km

  • Dislivello: +780 m

  • Durata: 5.30 h

  • Difficoltà: EE

  • Punti d’appoggio: Bivacco Grisetti
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