I vincitori del Cervino Cinemountain

 “An Accidental Life” si aggiudica quest’anno l’Oscar del cinema di montagna, il Grand Prix des Festivals Conseil de La Vallé
Un'immagine del film vincitore del Cervino Cinemountain 


Scalata, sfidata, sconfitta e vincente, malata e tutelata, suonata e degustata. La montagna è stata l’assoluta protagonista del XXVI Cervino CineMountain, il festival internazionale del cinema di montagna che si è chiuso il 6 agosto 2023 con la cerimonia di premiazione nella suggestiva e gremita Piazzetta delle Guide di Valtournenche. Il festival è organizzato, con il sostegno, tra gli altri, del Club Alpino Italiano. Oltre alla giuria tecnica, infatti è presente anche la giuria Cai. I membri sono Monica Brenga, presidente del Centro di cinematografia e cineteca del Cai, Christian Roccati, esploratore e scrittore d’avventura e l’operatore Rai Giorgio Viana.
 
Al centro, le proiezioni delle 53 pellicole – 50 in concorso e 3 fuori in concorso - selezionate tra le oltre 350 arrivate da 90 Paesi diversi, di cui 23 anteprime - tra italiane, mondiali e internazionali. Negli otto giorni di festival sul palco si sono alternati alcuni tra i maggiori conoscitori del mondo delle Terre Alte, da Marino Giacometti a Bruno Brunod, gli alpinisti Hervé Barmasse, Anna Torretta, Edu Marin, François Cazzanelli, Yannik Graziani, Emrik Favre, Stefano Stradelli e Rinaldo Carrel, e poi l’attore Giuseppe Cederna, protagonista di “Mediterraneo”, i giornalisti Linda Cottino e Marco Albino Ferrari.
 
I vincitori della XXVI edizione
 
Il film americano “An Accidental Life” si aggiudica quest’anno l’Oscar del cinema di montagna, il Grand Prix des Festivals Conseil de La Vallé, assegnato alla migliore tra le opere vincitrici dei principali Festival di settore. “Una storia di determinazione e coraggio. Una tragedia che potrebbe fermare la scalata verso il successo della protagonista. Ma che offre anche una nuova visione del suo futuro e della sua nuova identità”, si può leggere nelle motivazioni.
 
Menzione speciale a “The Last Mountain”, film dell’inglese Chris Terrel, drammatico racconto della storia dell’alpinista britannico Tom Ballard, scomparso insieme a Daniele Nardi mentre tentavano di salire il Nanga Parbat, in Pakistan, nel febbraio 2019. Tom era figlio dell'alpinista Alison Hargreaves, anche lei tragicamente deceduta durante una spedizione sul K2 nel 1995. «Con immagini attuali e un vasto archivio, il regista introduce lo spettatore nell'intimità della famiglia Ballard-Hargreaves. Riflessivo e crudo, esplora, senza concessioni, la natura stessa del lutto», si può leggere nelle motivazioni.  


Il danese Christian Einshøj si aggiudica il Premio Montagne del Mondo con The Mountain”, l’emozionante spaccato della sua famiglia distrutta da una tragedia e ricostruita in 30 anni di home-video, 75.000 foto di famiglia e tre costumi da supereroe attillati, tra le ferite nascoste lasciate sulla sua scia. Menzione speciale a “Mountain, di Arun Bhattarai. La pellicola segue i numerosi viaggi dell’unico glaciologo bhutanese, Phuntsho Tshering, che ogni anno raggiunge gli angoli più remoti dell'Himalaya, per raccogliere dati sul rapido scioglimento dei ghiacciai.
 
Nella nuova sezione versante sport grande successo per “Peaks of energy”,  l’avvincente racconto della spedizione valdostana in Pakistan nell’estate 2022 che si aggiudica il Premio Cai ma anche il Premio del Pubblico. Sei Guide Alpine locali tentano la scalata, senza ossigeno, di tre montagne del Karakorum (K2, Nanga Parbat e Broad Peak). Nella pellicola di Matteo Forzano, Damiano Levati e Matteo Vettorel le ambizioni personali si intrecciano con legami di amicizia, lavoro di squadra e comunità, sfidando la natura individuale dell'alpinismo himalayano.  «Il documentario si apre al concetto di bellezza, intesa come piacere nel vedere la gioventù al meglio delle virtù dell’uomo: determinazione, etica, supporto, responsabilità, condivisione e resilienza come dice lo stesso filmato. E noi condividiamo con piacere ciò che ci appare buono ed inevitabilmente bello. Perché ne abbiamo un assoluto bisogno», si legge nella motivazione della Giuria Cai.
 

Un'immagine del film vincitore del Premio Cai