Definita niente meno che da Hemingway la valle più bella del mondo, la Val Trebbia merita veramente la pena di essere raccontata e magari anche percorsa, per le sue particolarità geografiche e soprattutto geologiche.
Il Trebbia è infatti uno dei più importanti affluenti di destra del Po, che nasce e scorre per un tratto nella provincia di Genova (appena sopra alla diga del Brugneto), per poi proseguire in quella di Piacenza fino a sfociare appunto nel Po. Nel tratto piacentino, immediatamente sopra al paese di Bobbio (bel borgo in cui San Colombano si stabilì e fondò un’abbazia) il fiume si ritrova a scorrere profondamente incassato in una vallata profonda che esso stesso ha inciso.
Questa porzione di Appennino si è infatti sollevata maggiormente rispetto a quelle circostanti, e dal momento che le rocce che la compongono sono per lo più arenacee e quindi di una certa consistenza, l’erosione del fiume, millennio dopo millennio incidendole profondamente ha cristallizzando la propria azione nella creazione di quelli che vengono definiti “meandri incassati”. Si tratta infatti di meandri come quelli che si possono osservare nelle pianure, ma sono profondamente incassati nella montagna. C’è poi da aggiungere che il sollevamento e la conseguente erosione hanno qui portato a giorno unità geologiche profonde, che tutt’intorno sono ricoperte da centinaia di metri di altre rocce: è quello che i geologi chiamano “finestra tettonica”.
Il risultato di tutto questo è uno splendido canyon (in particolare tra le località di San Salvatore e Marsaglia) in una valle verdissima, costellata di piccoli borghi, e che l'abbondanza d'acqua rende anche un’apprezzata meta estiva di balneazione fluviale per molti padani in cerca di refrigerio dalle calure della pianura.