Ghiacciaio del Rodano © Wikimedia Commons
La ricerca internazionale, basata su 233 studi e dati satellitari, ha rivelato che dal 2000 al 2023 la perdita totale di massa glaciale ha raggiunto 6.542 miliardi di tonnellate. Questo fenomeno ha contribuito a un innalzamento del livello del mare di circa 18 millimetri. Particolarmente preoccupante è l'accelerazione del tasso di fusione: negli ultimi dieci anni, la perdita di ghiaccio è aumentata del 36%, con il 2023 che ha registrato oltre 500 miliardi di tonnellate di ghiaccio scomparso in un solo anno.
Questa tendenza non riguarda solo le regioni polari. In aree come l'Asia centrale e le Ande, la riduzione dei ghiacciai minaccia la disponibilità di risorse idriche per milioni di persone. Inoltre, l'Europa centrale rischia di perdere il 100% della copertura glaciale entro il 2100 se il riscaldamento globale raggiungerà i 2,7°C.
Il caso italiano: un patrimonio in pericolo
In Italia, i ghiacciai alpini stanno vivendo una fase di regressione allarmante. La "Carovana dei Ghiacciai" di Legambiente ha monitorato 12 ghiacciai alpini, evidenziando una perdita di spessore significativa. Ad esempio, il ghiacciaio della Marmolada ha registrato picchi di perdita di spessore fino a 7-10 centimetri al giorno durante l'estate. Dal 1888, questo ghiacciaio ha arretrato di 1.200 metri, perdendo 70 ettari di superficie negli ultimi cinque anni.
Anche il ghiacciaio dei Forni, uno dei più estesi d'Italia, ha subito un arretramento di 800 metri negli ultimi 30 anni e di 2 chilometri nell'ultimo secolo. Questi dati sono stati raccolti attraverso monitoraggi iniziati alla fine del XIX secolo, rendendo il ghiacciaio dei Forni uno dei più studiati nel paese.
Il principale fattore responsabile di questa rapida fusione è l'aumento delle temperature globali. Gli anni 2022 e 2023 sono stati caratterizzati da lunghi periodi senza precipitazioni sulle Alpi e da temperature ben oltre la media, con lo zero termico a quote mai raggiunte prima. Queste condizioni hanno aggravato la siccità e accelerato la fusione dei ghiacciai.
Inoltre, la riduzione della copertura nevosa invernale diminuisce l'albedo terrestre, aumentando l'assorbimento di calore e accelerando ulteriormente lo scioglimento dei ghiacciai. Questo crea un ciclo di feedback positivo che amplifica gli effetti del riscaldamento globale.
La scomparsa dei ghiacciai ha ripercussioni dirette soprattutto sull'approvvigionamento idrico, sull'agricoltura e sulla biodiversità. Inoltre, l'innalzamento del livello del mare minaccia le zone costiere e le comunità che vi risiedono, nonché la scoperta di reperti storici, come armi e resti di soldati della Prima Guerra Mondiale, che evidenzia la rapidità con cui il ghiaccio si sta ritirando.
Gli esperti sottolineano la necessità di politiche di adattamento efficaci per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici, specialmente nelle aree montane più vulnerabili: senza azioni decise per ridurre le emissioni di gas serra, la massa dei ghiacciai potrebbe ridursi del 36% entro il 2100, contribuendo a un innalzamento del livello del mare di circa 200 millimetri.