Diventare Guida alpina non è soltanto un percorso di preparazione fisica individuale. Oltre alle capacità di movimentazione e alle competenze tecniche su tutti i terreni dell’alpinismo, i futuri professionisti della montagna devono possedere – e quindi addestrare – uno specifico atteggiamento mentale nella gestione dello stress che si può creare affrontando emergenze e situazioni pericolose e della relazione con i propri clienti. Quest’ultimo aspetto occupa un ruolo molto importante nel mestiere di Guida sia nel corso di un’ascensione quando il legame di fiducia assume le caratteristiche di una seconda corda che unisce il capocordata con i suoi compagni, sia nella pianificazione della salita e durante gli inevitabili momenti conviviali che servono per pianificare il momento in cui si passerà all’azione direttamente sul terreno.
Allievi Aspirante Guida alpina e tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese sulla via "Adrien le Grand Chef" alla Cima De Cessole, valle Gesso. © arch. Soccorso Alpino e Speleologico PiemonteseInsomma, una sfida per nulla semplice da un punto di vista sia formativo, sia valutativo che il Collegio delle Guide Alpine del Piemonte ha raccolto sperimentando con il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese una formula che ha dato ottimi risultati durante le ultime due edizioni del corso interregionale per Aspirante Guida alpina. Ogni allievo Guida si lega in cordata con un soccorritore per due giorni di ascensioni classiche e moderne in alta montagna, alla presenza di un istruttore Guida che ne valuterà capacità e competenze.
All'uscita della via "Adrien le Grand Chef" alla cima De Cessole, Valle Gesso. © arch. Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese
«Un’ottima opportunità di crescita per tutti – ha raccontato Daniele Macagno, istruttore delle Guide Alpine e del Soccorso Alpino –. Nel contesto del corso per Aspirante Guida alpina ci consente di esaminare gli allievi nella loro capacità di interagire con il cliente a partire dalla fase iniziale di confronto su quali salite effettuare e difficoltà affrontare, fino alla gestione della cordata direttamente sul terreno alpinistico anche con i momenti di difficoltà e di tensione che inevitabilmente si generano in ambienti più aleatori come certe ascensioni classiche. Costituiamo appositamente cordate composte da persone che non si conoscono in modo da sollecitare più possibile l’impegno delle future Guide alpine che, legandosi con soccorritori già dotati di buona preparazione alpinistica di base, vengono ulteriormente stimolati a dare il massimo sia fisicamente, sia nel confronto su questioni tecniche e teoriche legate a manovre specifiche e aspetti di sicurezza. Tra i soccorritori abbiamo cercato di selezionare soprattutto quelli che hanno recentemente conseguito il titolo di Operatore di Soccorso Alpino per dare loro l’opportunità di confrontarsi ulteriormente con un alpinismo di ricerca».
Verso la cima della Madre di Dio, Valle Gesso. © arch. Soccorso Alpino e Speleologico PiemonteseLa sessione più recente di questa iniziativa si è svolta dal 7 al 9 luglio 2023 in Valle Gesso, Alpi Marittime, e ha coinvolto 32 allievi Aspirante Guida alpina, 32 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese e 16 istruttori Guida alpina ospitati presso i rifugi Morelli-Buzzi, Bozano, Remondino, Pian del Valasco e Casa Savoia. Sono state effettuate salite alpinistiche sia classiche, sia moderne sulle cime dell’Argentera, del Corno Stella e dei vari satelliti del massiccio.
Sulla cima della Madre di Dio, Valle Gesso. © arch. Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese