A qualche giorno dal rientro in Italia della spedizione patagonica del CAI Eagle Team che ha visto, tra le altre, l'apertura della nuova via “Gringos Locos” sulla parete nord-ovest del Cerro Piergiorgio, pubblichiamo oggi la relazione della via completata dalla cordata composta da Matteo Della Bordella, Dario Eynard e Mirco Grasso. Una realizzazione che non solo rappresenta un traguardo alpinistico di altissimo livello, ma segna anche la realizzazione di un sogno iniziato nel 1995, quando Maurizio Giordani e Luca Maspes tentarono per la prima volta questo storico itinerario.
Gringos Locos
La via Gringos Locos è una delle linee più difficili e affascinanti della Patagonia, afferma Della Bordella. Il primo a individuarla fu Maurizio Giordani nel 1990. In quell'anno intraprese infatti un tentativo solitario che si interruppe poco sotto metà parete. Un secondo tentativo venne portato avanti nel 1995 sempre da Giordani, questa volta in cordata con il giovane Luca Maspes, insieme effettuarono un nuovo tentativo salendo 21 tiri e completando circa l’80% della linea. Successivamente vennero portati avanti altri tentativi, tutti senza successo. L'ultimo, nel 2018, quando Giordani, Mirco Grasso ed Hervé Barmasse si trovarono a dover rinunciare a causa dalle condizioni climatiche proibitive.
La via si sviluppa per 27 tiri ed è caratterizzata da una difficoltà che raggiunge il 7b/A3. La sua difficoltà e il suo stile, che alterna tratti in libera a passaggi artificiali su skyhook, l’hanno resa una delle più ambite e difficili dell'intera Patagonia. L'itinerario, completato da Della Bordella, Grasso ed Eynard negli ultimi 5 tiri si ricongiungono alla via dei Ragni di Lecco, la Via del Hermano, aperta nel 2008 da Hervé Barmasse e Christian Brenna.
La relazione di Gringos Locos © Della Bordella/Eynard/GrassoUna salita che ha messo alla prova il team
La salita ha richiesto grande impegno da parte della cordata, che ha sfruttato ogni finestra di bel tempo disponibile per completare la via. nel corso del primo tentativo Matteo, Mirco e Dario hanno salito i primi 14 tiri. Due settimane dopo, in un secondo tentativo, sfruttando una breve finestra di meteo favorevole, la cordata è riuscita a completare la salita. I tre si sono ritrovati a scalare in condizioni estreme. Durante la prima giornata gli ostacoli principali sono stati il forte vento e poi un tiro bagnato che hanno messo a dura prova la resistenza della cordata. Decisi però a provarci i tre hanno trascorso la notte sulla portaledge per riprovare al mattino successivo. Ripartiti con condizioni migliori e una ritrovata fiducia un nuovo brutto colpo: maltempo in arrivo. Da qui la decisione unanime di proseguire fino alla fine della via, scalando anche oltre il tramonto. Così facendo i 3 sono riusciti a raggiungere la vetta alle 3 del mattino.
Matteo Della Bordella ha sottolineato come a causa delle condizioni i tre siano stati costretti a stravolgere i loro piani, rinunciando a una salita in stile alpino. "Nonostante questo abbiamo comunque lasciato la parete pulita, riportando a valle tutto il materiale utilizzato, compresi i 480 metri di corde che abbiamo fissato. La via è quindi completamente pulita e pronta per chiunque voglia tentare la ripetizione".
“Siamo davvero felici di aver completato la via Gringos Locos” ha dichiarato Della Bordella. “Questa salita segna la fine di un progetto coltivato per ben 30 anni. Ogni membro del team ha dato il massimo per riuscire in questa impresa. Curioso e significativo è il parallelismo con l’inizio di questo tentativo nel 1995, quando Giordani e Maspes erano una coppia di alpinisti, uno affermato e l’altro un giovane 23enne alle prime esperienze. Abbiamo cercato di fare lo stesso, portando Dario, che era anche lui un giovane alla sua prima esperienza in Patagonia. È stato un viaggio incredibile, che ci ha fatto crescere come alpinisti e come gruppo”.
Grande soddisfazione anche da parte di Maurizio Giordani, che ha seguito il progetto con grande passione, decidendo anche di raggiungere Matteo e compagni in Patagonia: "Questo risultato è la perfetta conclusione per un progetto storico, che rimane nei miei ricordi come un’avventura irripetibile".
"Maurizio teneva molto allo stile, al fatto che la via non venisse snaturata ma che venisse terminata con lo stesso stile con cui era stata vista e pensata" continua ancora Della Bordella. "La nostra salita si inserisce in pieno nella filosofia che è propria di Maurizio. Sicuramente è una della vita più belle e impegnative che io abbia mai fatto in Patagonia, diversa dalle altre. Penso che, con condizioni migliori di quelle che abbiamo trovato, sia possibile provarla in libera".
Si attendono quindi i primi ripetitori e la prima libera.