GRAVINA DI GIULIENO

Nel villaggio di pietra
Villaggio rupestre © Corrado Palumbo

Il territorio tarantino è solcato da numerosi piccoli canyon scavati dalle acque che, una volta, offrivano riparo. Si sono così sviluppate al loro interno delle comunità rupestri i cui resti ci raccontano di una vita dura ma estremamente organizzata. Le principali gravine (Laterza, Castellaneta, Colombato e Petruscio) hanno l’aspetto di veri e propri canyon. La gravina di Giulieno, sebbene molto più piccola, offre numerose sorprese. Itinerario semplice con qualche problema di orientamento e con alcuni punti leggermente esposti (facoltativi).  

Accesso

Giunti a Mottola dalla SS 100, alla seconda rotatoria, si prende a sinistra per Via Salvador Allende; dopo circa 1,3 km si gira a sinistra (indicazione Contrada Catanese). Si supera l’evidente imbocco (a destra) della gravina di Capo di Gavito e dopo 500 metri si svolta a destra in una stradina asfaltata che termina dopo circa 600 metri. Qui, dal piccolo imbocco della gravina di Giulieno, inizia il percorso.

Itinerario

Si prende la strada sterrata in direzione sud che entra in un campo e che costeggia la gravina sul lato destro.
Dopo circa 400 metri si lascia il sentiero per scendere tramite un punto comodo, ma da affrontare con attenzione, sul fondo della gravina. Giunti nel punto più basso si entra in gravina in direzione nord per un centinaio di metri per poi risalire alla propria destra. Ci si trova dinanzi alla splendida chiesetta rupestre di San Simeone parzialmente protetta da una grata. Sull’ingresso sono visibili una croce e un timpano incisi nella roccia. All’interno sono presenti absidi e altari nonché una ricca serie di affreschi raffiguranti scene sacre.  Nel caso in cui il fondo della gravina sia reso impercorribile dalle acque e/o dalla vegetazione, si può risalire sul lato opposto e ci si dirige verso nord fino a individuare una scala con i gradini scolpiti nella roccia.

Tramite questa scala risaliamo quindi il versante opposto e riprendiamo a dirigerci in direzione sud su una pista evidente.  Quando questa pista piega in direzione sud est, la lasciamo per procedere più a destra fuori tracciato in direzione sud, avendo cura di tenere il ciglio della gravina a vista alla propria destra. Lungo questo tratto è facile individuare i solchi lasciati secoli fa dai carri che percorrevano una antica via, evidentemente scomparsa. Bello il panorama sul Golfo di Taranto e su Mottola. Dopo circa 800 metri, in corrispondenza di un punto boscato, si individua il punto più comodo per scendere a destra sul fondo della gravina, in prossimità di uno spaventoso salto di una antica cascata. Con cautela, per la presenza di tratti esposti, si può visitare la grotta visibile sul lato opposto.

Ritornati sul fondo della gravina la si risale sul lato sinistro tramite una scala in pietra. La si costeggia per un centinaio di metri e si ridiscende nuovamente per visitare un enorme villaggio rupestre ricco di cavità anche di considerevoli dimensioni. Per procedere verso sud si può optare tra due soluzioni: si può scendere sul letto della gravina con numerose difficoltà dovute ai massi e alla vegetazione o la si può costeggiare sul lato sinistro.
Dopo circa trecento metri si giunge ad un bivio proprio nel punto in cui la gravina fa un nuovo enorme salto.
Si prende il sentiero a sinistra in direzione est e lo si percorre per circa 200 metri, lasciandolo per poi procedere verso sud parallelamente alla gravina del Portico del Ladro. Dopo circa 400 metri, in prossimità della condotta dell’acquedotto pugliese con annessa passerella metallica, ci si può affacciare sul bordo di questa enorme gravina.
Con un po’ di pazienza e fortuna si può individuare sul suo lato destro un’enorme caverna, raggiungibile tramite una scalinata nascosta scavata nella roccia, una volta certamente abitata.

Si ritorna quindi sui propri passi per riprendere il sentiero lasciato in precedenza e seguirlo in direzione nord est risalendo fino alla strada asfaltata. In questo punto, purtroppo, non si può fare a meno di notare il gran numero di rifiuti. Dopo un chilometro su asfalto si prende una stradina sterrata a sinistra che si dirige verso l’evidente Masseria Famosa.  E’ indispensabile dedicare un po’ di tempo per la visita di questa grande struttura abbandonata in cui si possono comunque apprezzare le stalle, i camini, la cisterna e la mangiatoia. Si prende quindi una pista in direzione ovest nord ovest, alle spalle della masseria, che dopo circa un chilometro porta in prossimità della cripta di San Simeone visitata in precedenza.  Si può ritornare al punto di partenza costeggiando questa volta il lato sinistro della gravina per circa 600 metri. 

Affresco di San Simeone © Corrado Palumbo


 

Partenza e arrivo : Località Contrada Famosa 214 m
Lunghezza: 7 Km 
Dislivello: +100 m
Durata: 3 h 
Difficoltà: E 
Punti d’appoggio: nessuno

https://www.openstreetmap.org/#map=13/40.6612/17.0767

 

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