Gli artigli di dade, alte difficoltà alle Gole di Gondo

Luca Moroni e Tommaso Lamantia hanno aperto una via difficile nel sito che da trent'anni è il riferimento per gli amanti del ghiaccio
Moroni e Lamantia "all'opera" © L. Moroni, T. Lamantia

Tommaso Lamantia e Luca Moroni hanno aperto la via di misto Gli artigli di dade, alle Gole di Gondo, a Gabi, in Svizzera. Moroni è riuscito anche a liberare questo itinerario molto tecnico, con difficoltà fino a M10, che "resisteva" dal 2017. In realtà non sono stati 8 inverni di tentativi, ma un po' per le condizioni ambientali, un po' per mancanza di tempo, i pianeti non si erano ancora allineati. Le gole sono un luogo storico per l'arrampicata su ghiaccio e negli anni hanno formato anche Moroni. "Con gli inverni più rigidi, si formavano delle strutture veramente impressionanti, ed è qui che ho vissuto le mie prime avventure, in un ambiente severo e su strutture difficili. Non c’erano i social e non si conoscevano le condizioni, bisognava andare a vedere di persona e ogni volta che si partiva per scalarne una nelle Gole, risultava sempre un’impresa"

Il primo itinerario risale al 1986, quando l'alpinista dei Ragni di Lecco non era ancora nato. Roberto Pe e Mauro Rossi salirono il Cascatone di Gabi, superando il primo 5° grado della zona. Nel 1988 fu la volta di Suspiria (Rossi-Romanini) e La coda del diavolo (Rossi-Grassi). Del 1996 è la prima salita di sesto grado (Buon compleanno, Burlone-Anchieri), l'anno successivo anche Patrick Gabarrou mise la sua firma alla gola: in compagnia di Mauro Rossi aprì Meeting wall.

Lamantia in apertura © L. Moroni, T. Lamantia


Lamantia ci racconta come è nata la via. "Ho convinto Luca a scalare il primo tiro nel 2017, poi abbiamo scoperto che era già stato salito in precedenza, in cima abbiamo trovato una sosta. Questo tiro ci ha portato alla base di una candela corta e sotto ad uno strapiombo con numerosi artigli di ghiaccio. Avevamo notato una linea evidente che tagliava tutto lo strapiombo, e volevamo valutare se era salibile. Abbiamo chiodato e salito il secondo tiro senza troppe difficoltà e ci siamo trovati alla sosta del tiro del tetto. In tre giornate siamo riusciti a finire la linea, ma a quel punto siamo stati costretti ad attendere che si formasse l’ultimo tiro di ghiaccio. Così il progetto si è allungato a dismisura. Gli inverni più miti ci hanno lasciato molti anni senza grandi condizioni e ogni volta che passavamo di lì provavamo un pizzico di tristezza".


Quest'anno finalmente le cose sono andate diversamente, Moroni ci descrive il tiro chiave "È molto esigente, con una prima parte davvero tecnica su tacchettine sfuggenti e movimenti lunghi, e una seconda parte che cambia completamente stile: fisico in fessura e sempre con agganci sfuggenti e lontani e piedi piccoli. Mi ha impegnato due giornate, per un totale di cinque giri. Due sono serviti per trovare tutte le sequenze e tre per la libera. Alla fine il 13 gennaio sono riuscito". Per quanto riguarda la difficoltà, Moroni lo ha valutato M10 e si augura che qualcuno lo vada a ripetere al più presto in modo da avere riscontro, ma soprattutto perché “merita davvero”.

Si ringraziano Tommaso e Luca per le preziose informazioni di carattere storico.

Topo de Gli artigli di dade © L. Moroni, T. Lamantia